L’attesa davanti l’azienda, poi il raid e la fuga. L’agguato ai danni di un imprenditore 62enne bresciano raggiunto da 5 colpi di pistola è avvolto nel mistero. Si cercano i mandanti.
E’ in gravissime condizioni ma ancora vivo l’imprenditore di 62 anni che ieri, venerdì 1° marzo, all’uscita dalla sua azienda, è stato raggiunto da ben 5 colpi di arma da fuoco esplosi da una banda di criminali. Un agguato vero e proprio che al momento è avvolto nel mistero. I mandanti dopo il raid sono fuggiti a bordo di un furgone facendo perdere le loro tracce definitivamente.
La vittima, in un lago di sangue, è stato soccorso da alcuni dipendenti che non hanno aspettato l’arrivo dei soccorsi sanitari decidendo, considerato il grave stato dell’uomo, di trasportare con la propria auto il 62enne in ospedale. La vittima è arrivata presso il pronto soccorso in fin di vita ma ancora vivo. Ora è caccia ai criminali.
Appena è uscito dalla sua azienda, gli aggressori sono scesi da un furgone armati di pistole e hanno aperto il fuoco esplodendo 5 colpi che hanno raggiunto l’imprenditore bresciano in diversi punti del corpo. Fortunatamente, al momento, nessun colpo è stato fatale per il 62enne, soccorso tempestivamente da alcuni dipendenti che erano a lavoro.
Erano le 19:00 di ieri, venerdì primo marzo, quando l’agguato è avvenuto in via Levate, nella zona logistica di Montichiari, provincia di Brescia. Secondo le prime informazioni giunte dagli investigatori, vittima del raid è il 62enne Angelo Ferandi proprietario della Cavifer, azienda che si occupa di smaltimento di metalli ferrosi.
L’uomo era appena uscito dal suo ufficio e scortato da due operai si stava dirigendo verso la sua macchina, una Porsche parcheggiata all’interno dell’azienda. Ma il 62enne non ha fatto in tempo a salire in auto quando diversi colpi di pistola l’hanno trafitto. I due dipendenti dell’imprenditore, senza aspettare l’arrivo dell’ambulanza, sono partiti a tutta velocità verso l’ospedale di zona.
LEGGI ANCHE: >>> Aggredisce la fidanzata con 14 coltellate. L’ombra di maltrattamenti mai denunciati dalla vittima
LEGGI ANCHE: >>> Da La Pina a Rose Villain, l’emancipazione femminile sulla traccia: perchè Milano ha fatto scuola
Avvisati i carabinieri, sono arrivati sul posto gli uomini dell’Arma della Compagnia di Desenzano e del Nucleo investigativo per le prime rilevazioni del caso. Sull’asfalto, appena fuori dai cancelli dell’azienda, hanno raccolto cinque bossoli. L’uomo è stato raggiunto sia alle braccia che alle gambe dai colpi.
Dopo l’agguato gli aggressori sono risaliti sul furgone e a tutta velocità sono spariti. Immediati i posti di blocco organizzati e operativi nella zona del bresciano per individuare il mezzo sospetto e la direzione che hanno preso i killer nella loro fuga. Quello che è da chiarire è il movente del tentato omicidio, ancora sconosciuto. Secondo quanto riportato dagli investigatori, l’agguato non sembra provenire da una rapina per come sono avvenuti i fatti.
Per cercare di risolvere l’enigma gli inquirenti dovranno aspettare le dichiarazioni dell’uomo, se riuscirà a salvarsi, nonché le testimonianze dei dipendenti che ieri hanno assistito all’agguato del loro datore di lavoro. Saranno analizzati anche i filmati delle videocamere di sorveglianza esterne dell’azienda e quelle delle zone limitrofe che potranno aggiungere preziosi particolari al grave fatto di cronaca e individuare i responsabili del raid.