Inter-Torino è storia. La partita che vedrà i nerazzurri festeggiare per la vittoria anticipata del campionato è importante due volte.
C’è bisogno di partite così per capire quanta strada è stata fatta e quanta ancora bisogna farne. La ragione che porta Inter-Torino a essere una partita di cartello non è soltanto legata alla festa dello Scudetto nerazzurro. L’Inter poterà a casa il proprio trionfo e contro il club granata festeggerà la seconda stella, con tanto di pullman scoperto e cena di squadra al Castello Sforzesco.
Oltre l’adrenalina la gara contro i granata sarà importante anche per via della scelta legata alla direzione di gara: la terna arbitrale, per la prima volta in Serie A, sarà tutta al femminile. Era successo qualche anno fa, quindi non è proprio un debutto. Si trattava, in quell’ambito, della Coppa Italia. Ora le arbitre donna entrano in Serie A, con tanto di assistenti.
Un punto fra passato e presente verso un calcio inclusivo e senza disparità: il fischietto oltre le differenze di genere. Questo vuol dire che in 90 minuti potrà cambiare l’approccio legato al calcio nostrano che sta, man mano, includendo le quote rosa ovunque. Ci sono ancora tante battaglie sociali da fare, ma è possibile tracciare una linea e creare un precedente importante.
Dopo questa partita, fischietti donna non saranno più visti e concepiti come sorprese. La possibilità di guardare avanti non è un’utopia. Il compito di rompere gli argini con il passato tocca a Maria Sole Ferrieri Caputi di Livorno, affiancata dalle assistenti Francesca Di Monte e Tiziana Trasciatti.
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Amala, in ogni senso, anche sul piano sociale: l’Inter e San Siro – a modo proprio – faranno la storia e segneranno lo spartiacque con i match che verranno. Il professionismo aggiunge un altro tassello e abbatte il gender gap. L’unica condotta da evitare, al pari del cartellino rosso. Stavolta a vincere è il rosa. In tutti i sensi.