Inter e Milan, prove tecniche di riavvicinamento. Lo stadio in comune non è un’utopia: Cardinale chiama Zhang, possibile svolta.
Cardinale e Zhang come Mina e Alberto Lupo. Una telefonata per dirsi addio, o forse no. Sicuramente dietro quel “Buonasera, Dottore” non ci sono state soltanto parole. Semmai proposte, affatto volanti. La verità è che i due si sono risentiti. In qualità di “migliori nemici”.
Non per parlare del tempo, ma dello spazio da gestire in comune. Zhang e Cardinale restano gli opposti che si attraggono: il Presidente dell’Inter ha accolto la proposta del collega rossonero senza esporsi. La possibilità di fare uno stadio insieme c’è, ma manca la conferma di entrambe le parti. Cardinale vorrebbe tentare un riavvicinamento.
Zhang sembra meno disposto, ma soltanto perchè in cima ai desideri dell’Inter c’è sempre Rozzano: quello è il punto dove vogliono fare la casa del futuro calcistico nerazzurro. I cugini invece propendono per San Donato e vorrebbero dar vita a un progetto in simultanea. Entrambi su un’unica struttura.
L’idea funzionerebbe anche se non ci fosse un impedimento da via della Liberazione. Per adesso resta tutto sul piano delle eventualità: nessun assenso, ma neppure un rifiuto. Scenario che fa respirare un minimo il Sindaco Sala che spingerebbe per un restauro di San Siro in accordo con le società di calcio.
Se, però, queste non vogliono collaborare, il Primo Cittadino sarà costretto a cercare altri partner perchè la Scala del Calcio non si tocca. San Siro resta al suo posto: l’unica cosa certa in questo valzer di progetti. Mentre Inter e Milan cercano di mettersi d’accordo, anche al telefono, i sopralluoghi di WeBuild continuano.
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I rossoneri avrebbero mostrato il progetto e la società di lavori ha reso noto che le operazioni di ristrutturazione e ammodernamento verranno fatte mentre la squadra gioca. Tradotto: il Milan, se inizierà i lavori, non dovrà cambiare stadio o spostare programmi. Sia se si parla di San Siro, sia se si parla di San Donato. Cardinale, quindi, ha già capito a che Santo votarsi. Ora tocca agli altri. Nella speranza che basti qualche telefonata per risolvere ogni rebus.