Emerson Royal e la forza di Ibrahimovic. La potenzialità dei rossoneri si comprende da come stanno gestendo il mercato. I piani dello svedese.
L’aveva detto Furlani, ora è una certezza. Ibrahimovic è il suo braccio destro su consiglio – decisione – di Cardinale. Il Milan a immagine e somiglianza di Zlatan. Soprattutto sul mercato. Questo è il trend che seguirà sulla sponda rossonera del Duomo: una nuova filosofia di vita che esula dal passato prendendone soltanto le parti più importanti.
Ibrahimovic è cresciuto al fianco di personalità importanti nel settore calcistico ed economico come Galliani e Berlusconi. Entrambi gli hanno insegnato le basi di un mestiere in evoluzione. Il suo guru, in tal senso, è sempre Mino Raiola. Oggi Zlatan però cammina con le sue gambe: Cardinale gli ha dato carta bianca nella gestione del mercato del Milan.
L’ultima parola, metaforicamente parlando, è la sua: si è visto con Alvaro Morata. Il centravanti spagnolo ha accettato la corte dei rossoneri solo dopo aver parlato con Ibrahimovic. A quel punto il Diavolo è andato a botta sicura dall’Atletico Madrid. Nelle compravendite vince chi paga, ma anche colui che è bravo a toccare le corde giuste.
Il carisma di Ibra si rivela, senza dubbio alcuno, un valore aggiunto. Infatti la conferma arriva nel colpo Emerson Royal: sarà il terzino brasiliano a sostituire Alessandro Florenzi infortunato. L’accelerata nella trattativa, che andava avanti da un paio di mesi, c’è stata dopo una chiamata (risolutrice) da parte di Ibra al giocatore.
Il quale già voleva il Milan, con cui c’era un accordo, la chiamata personale poi ha fatto accelerare ulteriormente ogni cosa. Tutto fatto al telefono o quasi, con il Tottenham costretto ad assecondare la volontà del giocatore. Quindi la trattativa, dopo un estenuante tira e molla, si è chiusa alle regole del Milan.
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La distanza tra domanda e offerta si è colmata sulla base di 15 milioni e oggi – citando il post di Fabrizio Romano, esperto di mercato – è arrivato l’here we go. È fatta: è arrivata la fumata bianca. Su questa trattativa, come su quella di Morata, però c’è il marchio di Ibra.