Milano, il capolinea da Lampugnano spostato a Molino Dorino: disagio per i pendolari. Il tragitto del bus si allunga

A Milano il disagio del capolinea dell’autobus, spostato a Molino Dorino da Lampugnano, non piace ai pendolari e ad un sindaco che protestano per la decisione presa dall’azienda Movibus. Lo spostamento allungherà il percorso interno a Milano per raggiungere il bus

Dal 12 settembre il capolinea del bus a Lampugnano verrà soppresso a favore di un nuovo capolinea, quello di Molino Dorino. L’orario rimarrà sempre lo stesso con l’ultima corsa che partirà alle 20:00 ma i pendolari non ci stanno e si accende la polemica. Ad infervorire tale polemica anche un sindaco che sul sito Movibus ha esposto le sue perplessità, seppur ancora ma non ha avuto risposte al riguardo.

capolinea bus
Milano, il capolinea da Lampugnano spostato a Molino Dorino: disagio per i pendolari. Il tragitto del bus si allunga – milano.cityrumors.it

La decisione di spostare il capolinea comporta per chi viaggia, un allungamento orario per raggiungere Milano, costringendo i pendolari a 4 fermate di metropolitana in più e togliendo loro una fermata intermedia fondamentale, ovvero quella tra viale Certosa e piazzale Ai Laghi, con l’interscambio con altre linee urbane ed extraurbane.

Spostato il capolinea da Lampugnano: ecco da quando

L’autobus di Movibus al centro della bufera è lo Z617 tra Lainate e Milano. Dal prossimo giovedì 12 settembre il capolinea, molto frequentato dai lainatesi diretti verso Milano verrà spostato a Molino Dorino. La decisione dell’azienda di trasporti è stata presa lo scorso 30 agosto e resa nota il giorno seguente, 31 agosto, sul proprio sito.

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Milano, il capolinea da Lampugnano spostato a Molino Dorino: disagio per i pendolari. Il tragitto del bus si allunga – milano.cityrumors.it

Ma non solo, diversi i cartelli affissi all’attuale capolinea di Lampugnano e ad alcune fermate intermedie che avvisano dell’imminente spostamento. Mentre, secondo quanto ripotato anche da MilanoToday, non sarebbe stata avvertita l’amministrazione comunale di Lainate del cambiamento di capolinea.

Non è la prima volta che si era cercato di spostare il capolinea, ma le proteste dei. cittadini di Lainate avevano portato ad abbandonare l’idea. Almeno fino ad ora dove, pare, che la decisione definitiva sia stata presa, al di là delle critiche dei lainatesi.

La polemica del comitato di pendolari

Per chi lavora di sera a Milano e deve rientrare a Linate l’orario dell’ultima corsa dal capoluogo era già piuttosto scomodo. Mantenere l’orario precedente, ovvero le 20:00 e allungando però di ben 4 fermate di metro il percorso da fare per raggiungere l’autobus renderà ancora più difficoltoso il percorso ai pendolari.

Il comitato di pendolari appena costituito, in una nota scrive: “Molti pendolari, provenendo dal centro di Milano, non riusciranno più ad arrivare in tempo, dato il maggior numero di fermate del metrò necessarie per raggiungere il terminal di Molino Dorino”. Ma non solo, la linea Z617 è l’unico modo per i pendolari di Lainate di raggiungere il capoluogo meneghino considerato che mancano le linee dirette e a Lainate non è presente una stazione ferroviaria.

Infine, la maggior parte del territorio di Lainate è sprovvisto di mezzi pubblici. Queste ragioni hanno, così, indotto i lainatesi che viaggiano verso Milano a riconsiderare la decisione presa e che vengano rivisti comunque gli orari di partenza.

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La richiesta del sindaco di Lainate

Lo scorso 2 settembre il sindaco lainatese Alberto Landonio aveva avanzato all’azienda di trasporti Movibus la richiesta di sospensione del provvedimento, che “allontana ulteriormente i lainatesi da Milano, aumentando i tempi per raggiungere le varie zone della città”. Ma ad oggi nessuna risposta è giunta al primo cittadino. Così il sindaco Landonio in una nuova lettera scrive:

“È evidente che per questa Città Metropolitana e per l’Agenzia del TPL esistono cittadini che, oltre a doversi accontentare di un’unica linea per raggiungere il capoluogo, devono subire le scelte gestionali del servizio, senza poter far valere la propria voce o poter esprimere le proprie ragioni di fronte al peggioramento del livello dell’unico servizio di trasporto pubblico a disposizione. Prometto il mio sostegno alle eventuali azioni di protesta che dovessero essere intraprese dai pendolari”.

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