Panico a Milano, per quanto riguarda l’inquinamento. Sono già stati superati i limiti consentiti per tutto il 2024: ecco la situazione
Arpa Lombardia ha fornito i dati in merito all’inquinamento nei primi tre mesi dell’anno e i risultati sono preoccupanti, soprattutto per alcune città della nostra regione. Le più inquinate sono Lodi, Mantova, Brescia, Cremona Monza e infine Milano ma, in generale, ben sei capoluoghi su dieci hanno registrato una concentrazione di Pm10 nell’aria più alta della soglia limite consentita.
Nello specifico, la sola città di Milano a soli tre mesi dall’inizio del 2024 ha registrato ben 35 giorni con un livello di inquinamento superiore ai limiti consentiti anche se, ad oggi, la città con la maggiore concentrazione di Pm10 è Monza, seguita da Cremona e Brescia. Milano si colloca infatti al sesto posto e a “migliorare” la situazione ci hanno pensato le piogge degli ultimi giorni. Con il caldo, però, il problema si ripresenterà: ecco quindi quali sono le strategie da mettere in atto.
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Dati gli esiti di questi primi tre mesi del 2024, Legambiente spiega che è necessario intervenire con urgenza affinché il prossimo inverno non sia qualitativamente scarso come questo appena concluso, a livello di aria e di inquinamento. I fronti su cui agire sono diversi e serve lavorare in sinergia affinché si abbia qualche effetto positivo. A causare questi livelli di inquinamento, infatti, non è solo il traffico e lo smog causato dalle automobili.
I dati registrati a Mantova, Brescia, Lodi e Cremona testimoniano il fatto che a dare manforte all’inquinamento è anche tutto il settore zootecnico. “La Lombardia produce decine di milioni di tonnellate di liquami e letami, da cui esalano sostanze organiche volatili e soprattutto ammoniaca” fa sapere Legambiente. Nei sei mesi freddi, più di 90mila tonnellate di questo gas hanno causato la formazione di particolato sottile, spiega l’associazione.
Oltre alla stretta sulle automobili e sul traffico, quindi, si deve intervenire anche nel settore zootecnico, quindi quello dell’allevamento di bestiame: solo lavorando in sinergia si può sperare di poter invertire la rotta o, quantomeno, fermare il lento ma apparentemente inarrestabile declino ambientale.