Arrestati per aver fondato un gruppo neonazista: il processo si apre il 10 gennaio

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro ventenni arrestati lo scorso luglio per avere dato vita a una formazione neonazista clandestina.

I quattro sono studenti universitari di buona famiglia ed erano stati fermati in via della Moscova. Nello zaino di uno di loro erano stati trovati manganello, coltello, passamontagna e le immagini di Hitler e Mussolini in formato “santini”. Al loro arresto si è arrivati in seguito all’indagine coordinata dal capo del pool Antiterrorismo Alberto Nobili e dal pm Enrico Pavone.

Il gruppo neonazista che avevano formato si ispirava ai suprematisti americani e incitava alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali ed etnici. Si erano poi scelti nomi di battaglia ispirati a quanti, in nome di quegli ideali di matrice neonazista, si erano già macchiati di un crimine.
Un nome su tutti, Anders Breivik, l’artefice della strage di Utoya, in Norvegia. Quel 22 luglio del 2011, Breivik aprì il fuoco su un gruppo di giovani, appartenenti alla sezione giovanile del Partito Laburista, uccidendo 77 persone.

Secondo le indagini, il gruppo aveva già programmato anche azioni terroristiche e intimidatorie, per recuperare denaro per finanziarsi oltre ad aver preso contatti con altre organizzazioni di estrema destra. Lo scorso maggio, per esempio, uno dei fermati era in Svizzera tra le fila di Junge Tat in occasione di scontri con altri giovani appartenenti ai movimenti antifascisti.

Per loro le accuse sono di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione etnica e religiosa oltre che di associazione per delinquere. L’udienza preliminare si terrà lunedì 10 gennaio davanti al gup Sofia Fioretta. In vista di questo appuntamento si sa già che due degli imputati chiederanno il patteggiamento mentre gli altri due potrebbero scegliere il rito abbreviato.

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