Francesca Nanni: il nuovo procuratore generale di Milano

Francesca Nanni è stata nominata dal Consiglio Superiore della Magistratura nuovo Procuratore di Milano.
È la prima volta che una donna ricopre questo incarico che, in passato, è stato affidato a Francesco Saverio Borrelli, noto per essere stato a capo del pool Mani Pulite.

Nanni, 60 anni, oggi a capo della procura di Cagliari è passata con 14 voti favorevoli imponendosi sull’altro candidato, Fabio Napoleone attuale sostituto procuratore proprio a Milano.
Per la Procura meneghina si tratta della terza donna ai vertici di un ufficio di rilievo dopo Livia Pomodoro che è stata donna nominata presidente prima del Tribunale ordinario e poi di quello dei Minori e Marina Tavassi presidente della Corte d’Appello di Milano, in scadenza di mandato.

Nanni è di origine ligure, nata a Millesimo in provincia di Savona, ed è entrata i magistratura nel 1986 con i primi incarichi a Sanremo dove si era occupata del sequestro dell’imprenditore Claudio Marzocco poi trasferito in Calabria. La vicenda terminò senza il pagamento del riscatto e con l’individuazione e l’incriminazione di alcuni dei suoi carcerieri.
In quello stesso periodo iniziò a occuparsi di reati contro la pubblica amministrazione legati alla scelta degli organizzatori del famoso Festival della canzone. Era l’inchiesta che vide il coinvolgimento di Adriano Aragozzini, patron della manifestazione.

Sempre in Liguria, dopo però il trasferimento a Genova, ha condotto anche inchieste sui reati ascrivibili alla criminalità organizzata sia in Italia sia all’estero e quindi gioco d’azzardo, usura, riciclaggio, importazione e traffico di sostanze stupefacenti dal Sudmerica e dal Marocco.
Ha quindi seguito inchieste anche sul terrorismo internazionale di matrice islamica.

La sua carriera è poi proseguita prima a Cuneo dal 2010 al 2018 e poi a Cagliari, città nelle quali detiene il primato di prima donna a capo della Procura cittadina. Così come, ora, sarà per Milano

Per la parità di genere in magistratura si tratta di un passaggio particolarmente importante se si considera che le donne rappresentano la maggioranza dei giudici, ma con pochissimi incarichi direttivi. in 3 casi su 4 sono in mani Con incarico di procuratore sono solo il 14%.

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