In questo 2021 che se ne va, tra i numeri della pandemia che continuano a salire e l’emergenza legata ai tamponi, forse, la cultura è una delle poche oasi che regalano serenità.
E allora, ripercorrendo questo anno, il mio primo pensiero va al Duomo di Milano che ha riaperto ai visitatori nel mese di febbraio, dopo il secondo lockdown iniziato a ottobre del 2020. Come luogo di culto, infatti, la Cattedrale era rimasta accessibile ma così non era per le terrazze, l’area archeologica e il Museo. Mancavano allora, come mancano oggi, i tanti turisti stranieri ma la riapertura di quegli spazi è stata, comunque, un bel segnale. Nonostante le evidenti difficoltà che questo calo di presenze ha comportato.
Nello stesso mese, a riaprire erano stati i musei citttadini con un effetto domino, una volta tanto, positivo. Qualcuno, come nel caso del Museo del Novecento, con un nuovo allestimento messo a punto proprio nei mesi di chiusura forzata e la retrospettiva dedicata a Mario Sironi, tutti gli altri per offrire, finalmente, le mostre che erano rimaste in sospeso: da Frida Khalo alla Fabbrica del Vapore, a “Le Signore dell’arte” a Palazzo Reale che ha accolto anche la mostra sugli ultimi anni di vita e arte di Monet, dalla riapertura della Pinacoteca di Brera, al ritorno di Maurizio Cattelan a Milano, all’Hangar Bicocca.
E ancora, la street art in mostra al Mudec con le opere di TvBoy che condivide gli stessi spazi con il magico mondo dei personaggi Disney.
E poi l’arte che si mette al servizio di una buona causa come la mostra “Siamo Fiori”, ospitata nel cortile di Brera per raccogliere fondi per l’Istituto Sacra Famiglia o la mostra “Gli altri…sono io” allo spazio Hub Art nel mese di ottobre, dedicato alla prevenzione per il tumore al seno.
La cultura era poi uscita dai musei per trasferirsi nei quartieri cittadini.
Tra maggio e giugno, infatti, grazie al progetto “Neighborhood by Neighborhood”, Baggio, Chiaravalle e Isola, seguiti da Brera, Bovisa e Porta Venezia si sono mostrati alla città con le loro storie, le loro botteghe, i luoghi di aggregazione. Una specie di turismo di prossimità, molto prossimo che richiedeva al massimo uno spostamento con un qualsiasi mezzo dell’Atm.
Un lento ritorno alla normalità che era proseguito con le iniziative dell’Estate Sforzesca, giunta quest’anno alla sua nona edizione, che ha riportato al pubblico anche la musica e il teatro, dal vivo.
Sono stati numeri da record con 86 giorni di eventi, 92 spettacoli, 15 sold out, 74 operatori coinvolti nella kermesse, dalla piccola associazione alla grande agenzia con spettacoli che hanno proposto anche danza e arti circensi. Il bilancio finale ha visto la partecipazione di oltre 40mila spettatori.
Per la riapertura dei teatri è stato necessario attendere il mese di settembre quando, via via, si sono susseguite le presentazioni della stagione 2021 – 2022. Anche in questa occasione, come era già avvenuto per le mostre, buona parte dei primi spettacoli erano produzioni rimaste in sospeso per effetto della pandemia.
Restando in tema teatro, un gran bel regalo di questo 2021, proprio del mese di dicembre, è stato la riapertura del Teatro Lirico.
Dopo circa 20 anni di chiusura, tra lungaggini burocratiche e cause, il Lirico ha riaperto le sue porte al pubblico e alla città con una due giorni di visite, gratuite, per vedere e rivedere gli spazi tornati a nuova vita in quello che, oggi, si chiama Teatro Lirico Giorgio Gaber.
Un ultimo evento culturale degno di nota, a mio parere, è stato la Prima della Scala, uno dei pochi teatri ad aprire la stagione lirica, nonostante il covid. È andato in scena “Macbeth” di Giuseppe Verdi.
Un’opera che ha diviso per le scelte del regista Davide Livermore, ma che ha visto il Teatro tornare ad accogliere il pubblico, gli artisti e l’orchestra.
Il Teatro è sbarcato su Tik Tok proprio quest’anno e proprio con Macbeth e, grazie alla Prima Diffusa, giunta alla sua decima edizione, ha raggiunto per la prima volta anche il carcere minorile Beccaria.
Per concludere questa passeggiata nella cultura, un ultimo avvenimento degno di nota. L’11 maggio cadeva infatti il 75mo anniversario del concerto tenuto da Arturo Toscanini per festeggiare il ritorno alla vita, dopo la guerra.
Oggi come allora, le battaglie ora si vincono, ora si perdono ma come diceva Eduardo De Filippo in “Napoli Milionaria”: “Adda passà a’ nuttata”.
Magari sulle note del “Nessun Dorma”, o “Vincerò” dalla Turandot di Puccini.