Il Consiglio Comunale ha deciso che nessun parco Berlusconi sarà presente, per il momento, a Milano. Ecco quali sono le motivazioni
Giovedì 13 giugno, il Consiglio Comunale di Milano ha bocciato un ordine del giorno presentato dal consigliere forzista Alessandro De Chirico, il quale chiedeva di intitolare un luogo pubblico a Silvio Berlusconi, magari in un’area in fase di rigenerazione dove creare anche un percorso di memoria storica con eventi e musei dedicati.
All’ordine del giorno c’era una deroga sui canonici dieci anni che per la legge devono passare tra la scomparsa di una persona e l’intitolazione di un luogo al suo nome e alla sua memoria. La deroga, però, è stata bocciata: ecco i commenti, non leggeri.
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L’opinione del Comune di Milano è chiara, in merito alla proposta di intitolare un parco o una zona della città a Silvio Berlusconi nonostante sia scomparso solo un anno fa, rispetto ai canonici dieci anni chiesti dalla legge italiana. Oltre a un astenuto, Gianmaria Radice di Italia Viva e 12 pareri favorevoli, spiccano i 25 pareri contrari, che quindi hanno bocciato la proposta di De Chirico.
Per sostenere la sua proposta di deroga, De Chirico ha parlato della recente intitolazione di un orto urbano a Lena D’Ambrosio, una partigiana scomparsa nel 2019. Altre deroghe citate dal forzista sono quelle che sono state fatte per Umberto Eco, Dario Fo e Franca Rame. Nonostante questi esempi, però, la sua proposta è stata bocciata.
“Perché Fo sì e Berlusconi no?” avrebbe quindi chiesto Daniele Nahum che, pur avendo espresso un voto contrario, ha sottolineato come negli ultimi tempi ci sono state 240 richieste di deroghe e che quindi sarebbe ora di modificare la legge dei 10 anni, da lui definita “assurda“.
Dal Partito Democratico, però, opposizione netta a questa proposta. Se c’è chi tiene toni più moderati, come Luca Costamagna che ha ricordato che il Cavaliere è già iscritto nel Famedio del Cimitero Monumentale e che quindi il voto contrario non è accompagnato da alcun rancore, altri invece sono più netti. Valerio Pedroni, infatti, ha definito Berlusconi “un personaggio dilaniato dagli scandali“, motivando quindi in modo chiaro il suo no alla deroga dei dieci anni.