Grazie a una trama coinvolgente, con battute ben pensate, lo spettatore viene accompagnato nel magico mondo della tecnologia, fatta di numeri, dati, una quantità enorme di dati, o per usare l’equivalente inglese “data” come suggerisce anche il titolo dello spettacolo, algoritmi e il controllo della tecnologia sulle nostre vite.
I nostri dati personali, oramai diffusi nel mare magnum dei social e delle app, che noi ne siamo consapevoli o meno, sono diventati un vero e proprio affare per tante società. Specie statunitensi, là dove i dove i controlli sulla privacy degli utenti sono molto più blandi e i dati di miliardi di utenti sono comprati e venduti, al miglior offerente.
In direzione decisamente opposta si sta, invece, muovendo il Vecchio Continente che sta adottando politiche sempre più restrittive per l’uso dei “big data” proprio nei confronti dei colossi della tecnologia a stelle e strisce, Google e Facebook in testa. E allora, tra una risata e una riflessione più seria, gli spunti che offre lo spettacolo sono davvero tanti. Uno di questi è la fede incondizionata nella tecnologia e nella sua infallibilità. Ecco, le cose non stanno esattamente così.
O ancora, la tecnologia, in forma di algoritmo, che oramai sceglie le persone quando ci si candida online per un’offerta di lavoro, assegna le borse di studio negli atenei più prestigiosi del mondo scartando i meritevoli senza nessun criterio logico, stabilisce perfino chi può accedere o meno a un mutuo. Di nuovo senza una logica.
Per ognuno di questi ambiti, lo spettacolo racconta tutte le cantonate prese proprio dagli algoritmi. Fino all’episodio più eclatante, realmente accaduto nel 1983 in quella che era ancora l’Unione Sovietica.
Per sapere di cosa si tratta, l’invito è ad andare a teatro.
Il succo di questo episodio è che se non ci fosse stato un essere umano a controllare l’operato della macchina, ci sarebbe stato esattamente quello che i film della saga di Terminator avevano intuito: la fine degli esseri umani per colpa di una guerra nucleare. La vittoria delle macchine sull’uomo.
L’idea di far entrare i “big data” in un B&B decisamente sui generis è venuta a Laura Curino, che ha scritto lo spettacolo ed è anche una delle due attrici in scena. In questo viaggio è stata accompagnata da un pool di docenti di META, il network del Politecnico di Milano che raccoglie studiosi delle facoltà di Ingegneria, Architettura e Design.
Lo spettacolo è in scena fino a domenica 12 dicembre. Per informazioni su orari e costo dei biglietti si rimanda al sito internet del Piccolo Teatro.