L’operazione è il seguito dell’indagine che aveva già portato all’arresto di 19 cittadini turchi. Al centro, una rete criminale radicata in Italia.
Banda armata con finalità di terrorismo, associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, traffico internazionale di armi, omicidi, stragi, traffico di droga, riciclaggio, falsificazione di documenti.

Sono solo alcuni dei reati ascritti alla banda armata capeggiata dal boss mafioso turco detenuto in Italia Baris Boyun, 41 anni. Oggi la polizia di stato, a seguito di approfondimenti coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano, ha arrestato altri quattro componenti del gruppo. Dei quattro destinatari della nuova misura uno era già detenuto a seguito di mandato di arresto internazionale.
L’attività investigativa è la prosecuzione di indagini svolte dagli investigatori della Sisco di Milano, della squadra mobile di Como e dal Servizio centrale operativo di Roma. Indagini che avevano portato all’arresto di altri 19 cittadini turchi, tra cui Boyun, stabilmente presenti e radicati sul territorio nazionale. Per l’accusa i quattro farebbero parte del medesimo gruppo criminale di matrice turca. L’esecuzione dei provvedimenti cautelari ha coinvolto circa cinquanta poliziotti.
Boyun è stato arrestato a Viterbo ed è già a processo a Milano
Sono state effettuate anche perquisizioni delle abitazioni e degli altri luoghi a disposizione degli indagati sul territorio nazionale. Boyun è stato arrestato a Viterbo ed è già a processo a Milano. In precedenza era stato posto ai domiciliari con braccialetto elettronico in un paesino della Calabria. Da qui avrebbe coordinato traffici di droga e armi, anche da guerra, sfruttando canali all’estero e conoscenze in Turchia.
Avrebbe pianificato omicidi, di cui uno a Berlino, e attentati, come uno fallito ad una fabbrica di alluminio alle porte di Istanbul, ma mai in Italia. Era uno degli uomini più ricercati da Ankara e la Turchia ne ha chiesto l’estradizione. I giudici italiani, però, Corte di Cassazione compresa, hanno bocciato le istanze e resta detenuto nel nostro Paese. Il procuratore capo di Milano Marcello Viola ha parlato di reati “finalizzati a destabilizzare gli assetti dello Stato turco e a creare allarme sociale anche in Europa”.

I quattro destinatari della nuova misura sono accusati di traffici di armi e di sostanze stupefacenti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, “spostandosi continuamente in diverse zone d’Italia e in altri Paesi europei”. Il boss turco è detenuto al 41bis ed è per banda armata con finalità di terrorismo per avere compiuto e organizzato numerosi attentati in Turchia e omicidi anche in altri Paesi europei, tra cui anche la Germania.
In una sentenza, con rito abbreviato, a carico di imputati già condannati, il giudice Domenico Santoro aveva parlato di un gruppo mafioso pericolosissimo, con a disposizione un elevatissimo numero di armi, che può attrarre sodali in Italia mediante la violazione delle normative sull’immigrazione e ricco di collegamenti sia con cellule presenti in Italia e non del tutto disarticolate, sia con altre in Europa.





