Situazione allarmante per Bergamo. La ludopatia travolge la società orobica: ecco la situazione attuale e le soluzioni messe in campo
Definita ludopatia, il disturbo da gioco d’azzardo rientra a tutti gli effetti nei disturbi psicologici e, più nello specifico, in quella dei disturbi del controllo degli impulsi. Il DSM-5, cioè il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, inquadra la ludopatia nelle dipendenze comportamentali: di fatto, il giocatore d’azzardo si caratterizza per una perdita del controllo che lo porta ad aumentare sempre di più la frequenza delle giocate e il denaro ed il tempo investiti in esse.
Se, prima dell’avvento di internet, il gioco d’azzardo riguardava soprattutto le macchinette presenti nei bar e nelle sale da gioco, quindi i Gratta e Vinci, il Lotto e le schedine sportive, oggi invece basta uno smartphone e una connessione internet per cadere in una trappola di questo tipo. Mediante l’illusione pubblicitaria di molti banner, che promettono di far guadagnare tantissimi soldi, sempre più utenti si iscrivono a giochi e programmi ingannevoli che, di puntata in puntata, gli spennano ingenti quantità di denaro e li trascinano nell’abisso della ludopatia. Ecco però qual è la situazione di Bergamo.
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Intervistata da Astrid Serughetti per L’Eco di Bergamo, la responsabile e psicologa del dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria di Ats Bergamo Marinella Valoti ha rivelato che, sebbene al momento loro abbiano in carico 500 persone, in realtà si stima che a Bergamo le persone affette da ludopatia siano circa 28mila, se non di più. L’allarme è confermato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli che, nel 2022, ha quantificato il volume di denaro giocato in Italia in ben 136 milioni di euro, di cui 73 si riferiscono all’online e 63 su rete fisica.
Come spiega Luca Biffi, il responsabile della Struttura semplice prevenzione delle dipendenze del dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria, la persona ludopatica va considerata esattamente come un qualsiasi soggetto dipendente. Di fatto, quindi, è completamente assorbito da quella questione e vive ansia, aggressività e agitazione, sintomi specifici della dipendenza.
Secondo una docente di Psicologia del lavoro e delle Organizzazioni presso l’Università di Milano Bicocca, nel caso in cui un lavoratore si renda conto di avere un collega che gioca d’azzardo durante l’orario lavorativo, nel 50% dei casi il primo non farà assolutamente niente. Nella metà dei casi, infatti, non ci si rende conto della reale situazione e la si legge come un semplice controllo momentaneo delle notifiche dello smartphone, oppure come un acquisto online dell’ultimo minuto.
Proprio ieri nella sede di Confindustria Bergamo sono stati presentati i risultati di una ricerca che Veronica Velasco, Michela Ghelfi e Valentina Biscaldi hanno condotto sul tema della ludopatia sul luogo di lavoro e le tre ricercatrici hanno parlato del progetto: “Luoghi di lavoro che promuovono salute – Rete Whp Lombardia”.
Nato nel 2012, questo raccoglie tutte le aziende che desiderano promuovere il benessere mentale e quello fisico tra i propri dipendenti e, quindi, aderiscono a specifiche linee guida e adottano buone azioni in tema di benessere organizzativo, salute mentale, conciliazione tra lavoro e vita privata, supporto dell’attività fisica e alimentazione quotidiana. Al momento, le aziende bergamasche che aderiscono al progetto sono 110 ma ci si augura che questo numero cresca sempre di più.