Dopo il caso della Siae della scorsa settimana, si è verificato un nuovo attacco hacker che ha colpito l’azienda produttrice di patatine e snack San Carlo.
Il virus informatico che l’ha colpita è di tipo ransomware ovvero co furto di dati e minaccia di diffusione se non si paga un riscatto in bitcoin per vederli ripristinati. La mente dell’operazione è una sigla di hacker che si fa chiamare “gruppo Conti” e ha al suo attivo colpi messi a segno in diversi paesi scegliendo obiettivi sensibili come ospedali, servizi medici di emergenza e commissariati di Polizia per i quali il blocco informatico può avere conseguenza anche gravi nei servizi ai cittadini.
L’azienda ha già fatto sapere che non pagherà alcun riscatto potendo contare su un back up recente dei dati sottratti che hanno riguardato informazioni finanziarie, documenti personali e contratti.
Ha già provveduto a informare il Garante per la privacy e la Polizia Postale e in un comunicato ha fatto sapere: “I nostri tecnici hanno riscontrato un’intrusione nei nostri sistemi informatici. Sono state immediatamente attivate tutte le procedure di sicurezza per isolare e contenere la minaccia. Al momento alcuni servizi informatici sono solo parzialmente funzionanti, ma l’operatività del gruppo è comunque garantita, dalla produzione, alla distribuzione, alla vendita dei nostri prodotti”.
Il Gruppo ha 4 stabilimenti produttivi in Italia che danno lavoro a 2mila dipendenti oltre a 167 centri di distribuzione che provvedono a rifornire bar e supermercati generando un fatturato annuo di oltre 300 milioni di euro.
Solo lo scorso giugno, un altro attacco hacker, senza richiesta di riscatto, aveva colpito Luxottica provocando ritardi nella produzione. La Procura di Milano aveva avviato un’indagine che era riuscita a individuare gli autori sul territorio italiano. Solo la scorsa settimana, oltre all’attacco alla Siae, un’altra violazione informatica aveva coinvolto anche i database della Regione.