I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) di Monza hanno rivenuto in Lombardia tre strappi, termine con cui si indicano parti di un affresco rimosse da una parete per essere poi spostate, risalenti al primo secolo d.C.
Si pensa che l’origine dei manufatti possa essere identificata con gli scavi di Castellamare di Stabia e del sito del Varano avviato negli anni Cinquanta da Libero D’Orsi.
Nello specifico, due frammenti provengono da Villa Adriana e il terzo da Villa San Marco dove furono trafugati fra gli anni Sessanta e Settanta e che non erano presenti nel database in dotazione all’Arma.
Il lavoro investigativo ha dunque permesso di stabilire che erano stati acquistati negli anni Novanta da collezionisti statunitensi, inglesi e svizzeri.
I militari del nucleo Tpc di Napoli, invece, hanno recuperato altri frammenti, sempre di un affresco, provenienti da Civita Giuliana e per i quali le indagini erano partite nel 2012. In questo caso la loro provenienza era di tipo clandestino dal momento che nello scavo della domus era stata ritrovata una buca coperta da una lamiera. Nascondeva un cunicolo che permetteva l’accesso proprio dentro allo scavo archeologico.
I reperti sono stati quindi restituiti a Gabriel Zuchtriegel direttore generale del Parco Archeologico di Pompei nel corso di una cerimonia alla quale sono intervenuti Laura Pedio, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del ministero della Cultura e il generale di Brigata Roberto Riccardi, comandante dei carabinieri del nucleo Tpc.