I primi dati emersi dalla scatola nera dell’aereo precipitato a San Donato lo scorso ottobre avrebbero rivelato che la registrazione dei dati presenti in memoria è ferma al mese di aprile.
Le analisi non sono state ancora completate ma si allontana l’ipotesi di avere una ricostruzione fedele di cosa sia successo quel giorno. Di questi primi riscontri è già stata informata la Procura di Milano che aveva aperto un’inchiesta coordinata dall’aggiunto Tiziana Siciliano.
La scatola nera era stata ritrovata subito sul luogo dell’incidente ed era stata messa a disposizione dei laboratori tecnologici dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo di Roma dalla Procura di Milano
Al vaglio degli inquirenti restano quindi l’errore umano, ossia una manovra sbagliata o azzardata durante un cambio di rotta non autorizzato, un malore del pilota o un problema tecnico al veicolo.
Il piccolo aereo era arrivato dalla Romania, aveva fatto scalo all’aeroporto di Linate e da qui era ripartito alla volta di Olbia. Dopo circa tre minuti di volo, però, avrebbe abbandonato la rotta stabilita iniziando una progressiva discesa accompagnata da una velocità di caduta sempre maggiore. Prima di precipitare non c’è stato nessun contatto radio con la torre di controllo dell’aeroporto.
Ai comandi c’era il magnate immobiliare romeno Dan Petrescu di 68 anni, accompagnato da altri membri della sua famiglia e da alcuni amici. Lo schianto era avvenuto contro un deposito dell’ATM nel quale erano in corso dei lavori. Solo il fatto che fosse domenica ha impedito che il numero delle vittime fosse maggiore.