La classifica dei sindaci più amati d’Italia rivela sorprese e conferme. Beppe Sala scala sorprendentemente la classifica
La politica, in Italia, è una terra di misteri e sorprese. E a svelare la verità è ancora una volta il Governance Poll, la classifica dei sindaci più amati d’Italia. Quest’anno, la graduatoria non solo incorona un volto nuovo, ma svela anche un’ascesa che ha dell’incredibile.
Il caso di Beppe Sala, sindaco di Milano, che con un balzo in avanti di dieci posizioni si riprende la scena, lasciando dietro di sé il collega romano Roberto Gualtieri e una marea di polemiche.
Per la prima volta nella storia del sondaggio, il trionfo appartiene a un esponente del principale partito di maggioranza. A scalare la classifica è Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, di Fratelli d’Italia. Il suo successo, frutto di un secondo mandato, non è un caso isolato.
L’uomo di fiducia di Giorgia Meloni è stato rieletto con il 73,9% dei voti, una percentuale che spiega il perché del suo primo posto, che scalza il collega di Parma, Michele Guerra, arrivato primo nel 2024. A completare il podio, un inaspettato ex aequo: il nuovo sindaco di Bari, Vito Leccese (PD), e il collega di Napoli, Gaetano Manfredi, che l’anno scorso era al secondo posto.
Se al Nord il consenso sembra premiare la stabilità, al Sud la realtà è molto diversa. Le zone retrocessione della classifica sono dominate dai sindaci del Mezzogiorno, dove la delusione dei cittadini è palpabile.
Il meno amato d’Italia è Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, che scende all’ultimo posto, scavalcato addirittura dal collega di Trapani, Giacomo Tranchida. Le difficoltà economiche e amministrative che affliggono queste città si riflettono inevitabilmente sulla fiducia dei cittadini.
Ma in questo scenario, il caso di Milano e Roma fa riflettere. Se Beppe Sala conquista un insperato nono posto, recuperando ben 10 posizioni, il suo collega della capitale, Roberto Gualtieri, non riesce a fare breccia nel cuore dei romani, piazzandosi all’89° posto.
LEGGI ANCHE… Beppe Sala e lo strappo con il PD: “Sul terzo mandato il PD ha una posizione antistorica”
Una distanza abissale che racconta la storia di due città, di due leader e di due amministrazioni completamente diverse. Ma c’è sempre tempo per scalare le gerarchie, in un verso o nell’altro.