Massimo Giannini duro con il Governo Meloni. Il giornalista racconta un episodio intimidatorio che ha subìto alcuni mesi fa a Milano.
Continua la diatriba contro il Governo Meloni. Il punto è anche la televisione. Gli attacchi alla maggioranza si susseguono da quando in palinsesto sono accadute delle stranezze: la prima – contando solo il passato recente – riguarda la mancata lettura del monologo di Scurati all’interno della trasmissione televisiva “Che Sarà” con Serena Bortone.
La denuncia, arrivando anche a scomodare la censura, arriva dalla Bortone stessa che racconta come lei fosse allo scuro di tutto. Poi legge il monologo che avrebbe dovuto decantare il professore secondo gli accordi. A quell’episodio sono seguite altre situazioni poco piacevoli a detta degli addetti ai lavori.
Leggi anche: Gianni Sala, l’ultima ora prima di morire davanti la sede Sky di Milano
Questo fa seguito all’addio di Fazio e Amadeus, ma non sono gli unici a decidere di lasciare la tv di Stato. In poche parole: la Rai perde i pezzi e il Governo è sotto accusa. Una parte della stampa nazionale chiama in causa la censura, particolare rumore ha fatto la dichiarazione di Massimo Giannini – editorialista di Repubblica – a Otto e Mezzo: “Ormai è prassi tappare la bocca a chi va contro questo Governo. Io stesso due mesi fa, reduce dalla puntata di Fabio Fazio, sono stato svegliato alle 4 di notte in hotel da 4 agenti della Polizia di Stato. Avevano una querela per diffamazione, quando ho chiesto spiegazioni, mi è stato risposto: è la prassi. La prassi per un narcotrafficante, ho risposto, avevo solo fatto delle critiche al Governo”.
La faccia di Lilli Gruber è sembrata eloquente. Un dibattito che non si ferma dopo la diretta televisiva: il tam-tam mediatico prosegue anche sui social. La diatriba prende corpo e probabilmente animerà quest’estate caldissima, condita anche dagli esiti delle prossime Elezioni Europee.