Per la morte del 34enne Gianni Sala sono accusate di omicidio preterintenzionale le due guardie giurate
E’ l’una di notte del 20 agosto del 2023 quando a terra, sull’asfalto difronte la sede Sky di Rogoredo (Milano) Gianni Sala è in fin di vita, immobilizzato dalle due guardie giurate. Uno dei due vigilantes accusati per l’omicidio è al telefono con i sanitari: “No, non è andato giù. Noi per farlo riposare l’abbiamo tenuto giù… per non farlo correre. E poi dopo a un certo punto è collassato”.
Giovanni Sala, proprio per via di quel placcaggio forzato ha un malore. All’arrivo dell’ambulanza del 118, poco dopo i medici dichiarano la sua morte. Al telefono, forse a causa di quei momenti concitati e tragici, il vigilantes racconta però un’altra versione rispetto a quella che poi verrà fuori dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza.
La versione rilasciata dalle guardie giurate non collima con le immagini di quella notte tanto che la procura di Milano accusa i due vigilantes di omicidio preterintenzionale per aver fermato “con la forza, in assenza di qualunque pericolo, un uomo alterato dall’alcol e dalla droga la cui colpa è quella di aver cercato di varcare l’ingresso della sede Sky, mentre urlava frasi sconnesse come “mi stanno inseguendo, chiamare police”.
Agli atti d’indagine l’ultima ora di vita di Gianni Sala. Il 34enne inizia a morire alle 23.53 quando esce da “il boschetto della droga” di Rogoredo e inizia a vagare in stato confusionale, forse a causa della droga assunta e dell’alcol, per la strada. Viene immortalato dalla telecamera a petto nudo, pantaloncini neri e scarpette.
Per ben 18 volte si dirige verso l’ingresso della sede televisiva. Il primo tentativo, respinto, alle 00.04. Poi seguono altri due tentativi. I due vigilantes lo allontanano ma uno di loro cerca di colpire Sala con un pugno al viso che, però, non va a segno. Quindi, il 34enne inizia a correre per la via, rischia di essere investito da una macchina, inciampa, poi cade, cerca di rialzarsi ma barcolla e rimane sdraiato per diversi minuti sull’asfalto.
Si rialza dall’asfalto e cerca di continuo di entrare nella sede Sky ma viene respinto. Sono le 00.11 quando i vigilantes chiamano la Polizia. Intanto i tentativi del giovane continuano, in un caso Sala come si vedrà poi dalle immagini video “si appoggia letteralmente alla guardia V.C.” quest’ultimo sembra quasi sorreggerlo.
I due uomini afferrano Gianni dalle braccia per spostarlo di peso. Lui reagisce, si alza e scatta. I vigilantes chiamano la loro centrale (Italpol) dicendo: “È diventato incontrollabile, stiamo utilizzando le mani”. Poi una seconda chiamata ai soccorsi. Dall’altro lato del telefono l’operatore domanda alla guardia: “Il soggetto è armato? Ha qualcosa in mano?”, lui risponde di no.
L’ultima volta che Giovanni “Gianni” Sala prova a varcare l’ingresso l’orologio segna le 00.30. La guardia V.C., come riporta Repubblica Milano: “con una presa al braccio e al collo lo fa cadere a terra sul marciapiede”. Così lo immobilizza usando un ginocchio prima sulla schiena e poi sul fianco. Il collega, E.S., gli blocca la gamba con il piede. Sala si ribella, cerca di rialzarsi. In quel preciso momento due passanti osservano la scena. Entrambi vedono due uomini che trattengono a terra una persona e uno dei due poi confermerà: “Ho sentito che gridava aiuto”.
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A terra Gianni Sala non sta bene. All’operatore sanitario uno dei vigilantes dice: “Era in crisi di respirazione ma è…è un drogato. Continuava a correre come un matto, ha tentato di entrare tantissime volte”. Il sanitario chiede: “Improvvisamente è andato giù, giusto?”. La guardia risponde: “No, non è andato giù. Noi per…farlo riposare l’abbiamo tenuto giù”.
All’arrivo dell’ambulanza ormai è tutto inutile, i sanitari dichiarano il decesso del 34enne alle 4:12 di notte. Secondo le accuse, Gianni muore per due cause concatenate tra loro:
Per il pm Alessandro Gobbis proprio i comportamenti dei due vigilantes hanno “dato sfogo a istinti violenti e inutilmente prevaricatori, in assenza di un pericolo reale per persone o cose”.