Il Ponte sullo Stretto continua a tenere banco anche in politica. In queste ultime ore è stata convocata una riunione d’urgenza dopo la decisione della Corte dei Conti
Il Ponte sullo Stretto continua a far discutere. Nella giornata di ieri, mercoledì 29 ottobre, la Corte dei Conti ha bocciato il progetto del governo. Un no che ha fatto infuriare la maggioranza con il premier Meloni che ha convocato una riunione immediata a Palazzo Chigi per fare un punto della situazione e capire come muoversi. Al vertice presente Matteo Salvini mentre è collegato in call Antonio Tajani.
L’idea del governo resta quella di non fare assolutamente un passo indietro sul tema. Come precisato in una nota, citata da La Repubblica, la priorità ad oggi è sempre la stessa: trovare una soluzione per consentire ai lavori di partire. Una scelta non semplice considerato anche quanto sta succedendo, ma la volontà è chiara e la maggioranza proverà nel corso di queste ore di individuare il giusto modo per andare avanti.
Il no della Corte dei Conti è stato sicuramente sorprendente ed ora si attendono le motivazioni. In una nota è stato precisato come una sentenza simile può essere assolutamente criticata e contestata, ma il tutto deve svolgersi nell’assoluto rispetto del lavoro dei magistrati.
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Nonostante questo, il governo non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. Il premier Meloni si è immediatamente mosso in prima persona per riuscire a trovare una soluzione. Il progetto per la maggioranza deve andare avanti e nel corso dei prossimi giorni si proverà ad individuare una sorta di cavillo per consentire di proseguire sulla strada intrapresa nei giorni scorsi. La volontà è molto chiara e, quindi, vedremo quali saranno le mosse.
Una cosa sembra essere certa. Il no della Corte dei Conti al Ponte sullo Stretto ha riportato tensione fra la magistratura e il governo. I toni sono ritornati molto duri e si sta provando a trovare una soluzione. Si spera alla fine di riuscire a proseguire con il proprio progetto e non dover fare i conti con uno stop che il governo non vuole assolutamente.