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Virtuale fa rima con reale: sei a Milano ma non sei a Milano

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Allo spazio Meet di viale Vittorio Veneto, in Porta Venezia, si può fare un viaggio nella realtà virtuale a bordo del proprio corpo.

Tutto questo grazie all’indosso di uno speciale visore. Certo, se porti gli occhiali e devi indossare una mascherina protettiva per non entrarci in contatto e hai già la mascherina FFP2 per evidenti motivi, l’imbragatura risulta decisamente ingombrante. Mi sembrava di essere un palombaro di inizi ‘900 dentro a uno scafandro. Il disagio, però, passa in fretta.

Parte l’esperienza. All’inizio vedi il buio. Dopo poco, quando porti le mani all’altezza degli occhi, vedi effettivamente le tue, nel mio caso di un bel colore viola fosforescente, ma…sono separate dal resto del tuo corpo. Quando le muovi, disegni delle scie, grigie, come se fosse fumo. Quindi, una volta capito questo giochetto ti puoi sbizzarrire con le forme, andando su e giù, destra, sinistra e via dicendo.

Se poi, al movimento delle mani, associ anche il resto del corpo, nel senso che ti sposti, quelle stesse volute le vedi da una prospettiva diversa, come se fossero entità a sé. Se continui a spostarti nello spazio, a un certo punto ti compare intorno una specie di griglia al neon. Significa, ti spiega una voce fuori campo, da dentro al visore, che sei uscito dallo spazio virtuale che ti è stato assegnato in precedenza.

Va precisato che questa esperienza virtuale è coordinata dalla compagnia di danza Ariella Vidach-AiEP che interviene, all’inizio, per spiegarti in cosa consisterà, come si indossa il visore, dove ti puoi muovere e cosa puoi fare.
Tornando all’esperienza, man mano che altre persone accedono allo spazio virtuale, le vedi sotto forma di mani, una specie di mezzo busto e una testa, tutto di forma tondeggiante e senza connotati umani. Sai che sono le altre persone o avatar che condividono quella sessione di realtà virtuale con te, hanno un colore diverso, sempre assegnato all’inizio, e perfino una voce che puoi sentire dal visore.

Il visore per la realtà virtuale

Devo dire che quando una di queste forme mi si avvicinava, non mi piaceva gran ché. Il motivo che mi sono data è che mi sovrastavano, penso per l’altezza dell’altra persona, e quindi sembravano un tantino minacciose.
Quando poi cercavi di salutarti stringendoti la mano, sempre virtuale, si creava un intreccio di colori fluo decisamente più divertente. Idem se facevi altri movimenti. Era divertente, sembrava un gioco di bambini e come tutti i giochi divertenti non vorresti più smettere. Peccato, allora, che finito il tempo a disposizione, il virtuale scompaia e tu torni a vedere uno schermo nero. Peccato. Sarei stata lì per ore.

Questa esperienza è offerta, per il mese di gennaio, a titolo gratuito. L’ultima data disponibile per provarla è mercoledì 26 gennaio, dalle 17:00 alle 19:00 previa prenotazione.

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