Milano, il business si evolve: la tecnologia fa gola ma i punti vendita specializzati scarseggiano. L’e-commerce cambia il mercato: i dati.
Milano, la tecnologia avanza ma i negozi sono fermi al palo. Chiedere ai dipendenti di Euronics in Corso Lodi, ennesima realtà tech costretta a chiudere le serrande per mancanza di utili. Il motivo è semplice: la tecnologia piace, a Milano va molto di moda essere aggiornati in tutto quel che riguarda il terziario avanzato, ma è cambiato il modo di reperirla.
L’e-commerce sta facendo incetta di tutto: i negozi specializzati in articoli tecnologici sono sempre meno, preferiscono essere inglobati nei centri commerciali più grandi. Di dedicato, però, non c’è quasi più nulla. Le filiali singole chiudono, si veda il caso Euronics, per dare vita a dell macrocategorie di settore.
Ogni negozio specializzato viene incluso in catene più celebri. In quelli che, un tempo lontano, venivano definiti grandi magazzini. Ora ci sono i centri commerciali maxi in ogni dove. Il prefisso iper, super, ultra – accompagnato dal suffisso store – ha risucchiato tutto. Segno che chi vuole comprare un accessorio tecnologico specifico deve accontentarsi di quello che rimane. Non in termini di merce, ma in ambito di localizzazione.
I computer, o i tablet, oggi sono reperibili ovunque e non è necessario, in qualche maniera, avere un riferimento specifico dove comprarli. Basta un centro commerciale con all’interno la filiale di questo o quel brand, si veda l’evoluzione di Apple o gli ex rivenditori Eldo. Tutte situazioni che sembrano aver fatto il proprio tempo, in realtà è cambiato approccio e atteggiamento. Significa che il terziario avanzato è in aumento, sul piano degli acquisti, ma a vincere – se così si può dire – è l’e-commerce.
Gli utenti comprano gli accessori, dal computer allo smartphone, all’ingrosso e sul Web. Attraverso portali dedicati. I dipendenti ci rimettono e calano vertiginosamente le assunzioni. Cambia la domanda e si modifica l’offerta, a scapito della manodopera. Il fine giustifica i mezzi, ma il problema più grave restano gli esuberi e i licenziamenti. Milano all’avanguardia con un occhio, non sempre vigile, al precariato. Le risorse umane ci sono, ma manca la richiesta.
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Così come le possibilità di un nuovo confronto. La figura dell’addetto alle vendite va in sofferenza, ma è la punta di un iceberg molto più grande che vede la metamorfosi del terziario avanzato e il conseguente calo di capitale umano. Costretto a rimanere nelle retrovie in nome di efficenza, rapidità e in alcuni casi mancato guadagno per cercare di battere una concorrenza leale ma non sempre sostenibile.