Perdere il lavoro non può che spaventare tutti, ora però è bene prestare attenzione, c’è un comportamento che può rivelarsi fatale, anche se non tutti lo conoscono.
Avere un lavoro stabile non può che essere importante per tutti, a maggior ragione per chi ha una famiglia da mantenere e ha quindi l’assoluta necessità di poter contare su un reddito fisso. È anche per questo che a volte si tendono ad accettare situazioni che possono risultare scomode, compresi i casi in cui si viene continuamente criticati da un capo, pur di non perdere questa garanzia.
Il timore del licenziamento però può essere assolutamente comune, soprattutto perché questo non può del tutto essere escluso nemmeno se si ha un contratto a tempo indeterminato se l’azienda dovesse fallire. Non tutti lo sanno, ma ora c’è una circostanza che può farlo e che sarebbe ovviamente da evitare se non si vuole andare incontro a questa conseguenza.
Non può che essere importante essere a conoscenza di tutte le normative che riguardano il mondo del lavoro in modo tale da non farsi trovare impreparati ed evitare le conseguenze peggiori. In particolare, c’è una norma che potrebbe essere conosciuta da pochi ma che può provare l’effetto peggiore, ovvero il licenziamento.
È possibile infatti arrivare a questo in seguito a cinque assenze ingiustificate, anche senza nessun preavviso da parte del lavoro. Tutto questo diventa possibile grazie a una riforma approdata alla Camera, che ora aspetta solo di essere votata. Chi pensa che questo possa essere un modo per svantaggiare i lavoratori e mettere in una posizione di dominanza gli imprenditori dovrebbero però ricredersi: l’obiettivo, infatti, è quello di porre fine dell’abuso delle assenze per ottenere la disoccupazione senza bisogno di essere licenziati.
L’indennità, infatti, è possibile solo se si viene “cacciati” dal proprio incarico, non se si rassegnano le dimissioni per insoddisfazione. A confermarlo ci ha pensato anche una sentenza del Tribunale di Udine del 2022: secondo i giudici l’assenza ingiustificata prolungata equivale a dimissioni di fatto, anche senza la comunicazione telematica prevista dalla legge. Non si ha quindi alcun diritto a ricevere la Naspi (la disoccupazione) perché si pensa che la persona abbia deciso di interrompere il rapporto in modo volontario pur senza essersi dimesso ufficialmente.
Avere più assenze ingiustificate può quindi risultare un grave problema se si vuole mantenere il proprio lavoro, per questo è bene sapere come comportarsi in via preventiva per non avere sorprese poco piacevoli.
Le assenze giustificate sono quelle situazioni in cui non ci si presenta in azienda senza comunicarlo al datore di lavoro e senza darne alcuna motivazione. È il caso, ad esempio, delle situazioni legate a proteste sindacali, negligenza o addirittura si decide di non presentarsi per concedersi in maniera autonoma qualche giorno di vacanza.
Non può quindi che essere doveroso da parte dell’imprenditore intervenire per fermare questo comportamento, che rappresenta un danno sia per l’azienda sia per i colleghi. In genere prima di procedere con un provvedimento è naturale accertarsi su quale sia stata la causa di questo modo di agire da parte del dipendente e capire se le giustificazioni addotte siano reali.
Se si desiderano evitare equivoci o controversie legali, è consigliabile inviare al dipendente una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui si chiedono le cause di quanto fatto, così da capire se sia possibile poi arrivare al licenziamento.