Per coloro che perdono il lavoro è predisposto un sussidio da parte dell’INPS a sostegno del reddito con una sola erogazione.
Oltre alla NASPI, più nota come indennità di disoccupazione, vi è un ulteriore beneficio che in realtà conoscono in pochi e quindi, che di conseguenza raramente attivano in caso di licenziamento.
La disoccupazione e il Sar sono due modalità di intervento per sostenere la persona che si trova senza lavoro e deve quindi fronteggiare un momento molto difficile sul piano economico. Entrambe sono per coloro che hanno perso il proprio impiego.
Per quanto riguarda la NASPI ovvero la classica disoccupazione, questa viene attivata laddove si venga licenziati e si abbia un contributo nell’arco dei 4 anni precedenti. Il bonus Sar invece è un contributo di 1000 euro che spetta a coloro che hanno perso il lavoro, con la medesima formula. In questo caso però è richiesto aver maturato almeno 12 mesi di contributi nei 2 anni precedenti.
Quindi mentre la Naspi è più estesa dal punto di vista della copertura, il bonus Sar è più limitato, solo per coloro che avevano un lavoro stabile di almeno due anni. La Naspi viene erogata di mese in mese mentre il Sar in una sola soluzione. Questo è dedicato però a coloro che perdono il lavoro in forma collettiva, quindi un licenziamento complessivo dei dipendenti, in quel caso sarà cumulabile anche con la NASPI.
Per ottenere la Naspi è necessario: essere un lavoratore dipendente, aver perso il lavoro, avere 360 contributi versati in 4 anni e non avere altre forme di disoccupazione. La domanda va fatta direttamente sul sito dell’INPS o in alternativa presso un CAF abilitato. Si può fare anche in forma personale direttamente accedendo al sito con SPID e CIE.
L’indennità Sar ovvero Sostegno al reddito viene erogata ai lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro, con 110 giorni effettivi o 440 ore nell’arco degli ultimi 12 mesi. L’importo è fissato e uguale per tutti. In Italia vi sono anche altre forme di sostegno come la disoccupazione agricola per chi perde il lavoro in questo settore specifico, la Dis-Coll per i collaboratori coordinati e continuativi o i contratti a progetto. Quindi tutti possono trovare una soluzione in base alla propria condizione, la cosa fondamentale però è inviare correttamente le domande.
I diversi sussidi in alcuni casi sono cumulabili anche con altri benefici, in altre situazioni invece non si possono sommare tra loro e quindi la richiesta di uno porta al decadimento dell’altro o alla domanda che viene respinta direttamente.