Sindaco di Milano e Ministro della Cultura a colloquio per formulare il piano di ripartenza della Scala di Milano: le specifiche.
La Scala di Milano sta attraversando una vera e propria rivoluzione. La struttura è sotto una profonda metamorfosi. Le maestranze che popolavano certi luoghi non ci sono più: come ogni epoca, cambia lo staff. Persone diverse con uno stesso fine, la cultura e l’intrattenimento. Le opere alla Scala di Milano sono sempre state fra le più rinomate.
La stagione, all’apertura, è costantemente ricca di appuntamenti e richieste. Merito della Direzione Artistica che ha sempre messo al centro la resa di ogni rappresentazione e le qualifiche per mandare avanti un indotto costantemente pregno di possibilità e candidature. Il personale, ora, è davanti a una totale rimodulazione e costante aumento.
La parte amministrativa cambierà, così come muterà la sovrintendenza. Il lavoro certosino di Dominique Meyer finirà dopo l’estate. Per questo serve un nuovo organico e in fretta. Le maestranze, compresi gli attori, hanno determinato che non sarà più possibile tergiversare. O arrivano maggiori certezze, oppure scatta l’esodo.
Moltissimi sarebbero pronti a fare le valigie. Ipotesi che il Sindaco Sala e il Ministro della Cultura Sangiuliano vogliono evitare. Per questo sono da qualche giorno a colloquio: il fine ultimo è trovare una nuova intesa per il futuro. Accordarsi per un nome condiviso che rappresenti lavoratori e non solo: coloro che hanno reso grande la Scala nel tempo.
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“È nostra premura – dicono in un comunicato congiunto – difendere gli ideali e i valori attorno a un luogo così importante e identificativo come questo“. Le intenzioni ci sono, ma tra qualche mese dovrà esserci anche qualche certezza. Altrimenti la Scala comincerà a “scricchiolare”.