Sueli Leal Barbosa, 48 anni, è morta lanciandosi da un appartamento in fiamme. Il compagno è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e incendio doloso
Ancora un tragico femminicidio a Milano. Sueli Leal Barbosa, 48 anni, è morta lanciandosi dal suo appartamento in fiamme. Il compagno, Michael Sinval Pereira, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e incendio doloso.
L’ha chiusa in casa e poi ha dato fuoco all’appartamento situato all’ultimo piano di un caseggiato popolare di viale Abruzzi, utilizzando inneschi e liquido accelerante. Poi se n’è andato. Ha bevuto per diverse ore e solo una volta raggiunto dai carabinieri ha ammesso le sue responsabilità, con un racconto ancora tutto da chiarire e verificare.
Suele Leal Barbosa, operatrice sanitaria di origini brasiliane, ha perso la vita dopo essersi lanciata nel vuoto nel tentativo di sfuggire alle fiamme del suo appartamento. Le indagini, durate poche ore, hanno portato immediatamente all’arresto del compagno, Michael Sinval Pereira, 45 anni.
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L’uomo è accusato di aver appiccato l’incendio e di aver chiuso la porta dall’esterno, impedendo alla donna ogni via di fuga. Secondo le testimonianze dei vicini, la coppia aveva litigato poco prima del rogo. Pereira è stato trovato in un bar nelle vicinanze, apparentemente indifferente all’accaduto. Le autorità hanno raccolto prove che suggeriscono una pianificazione dell’atto, tra cui anche la presenza di acceleranti nell’appartamento.
Poco dopo la mezzanotte, i residenti di viale Abruzzi sono stati svegliati da urla e fumo provenienti dall’appartamento al quarto piano. Suele Leal Barbosa gridava disperatamente aiuto, mentre le fiamme avevano già avvolto completamente la casa, estendendosi verso il tetto. Secondo i testimoni, la donna si è lanciata dalla finestra nel disperato tentativo di salvarsi. Trasportata in ospedale in condizioni critiche, è deceduta poco dopo il ricovero.
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I vigili del fuoco hanno evacuato l’edificio e domato l’incendio, rimettendo in sicurezza l’intero stabile con un lungo intervento durato fino alle prime ore del mattino. Le indagini preliminari hanno rivelato che la porta dell’appartamento era chiusa dall’esterno, suggerendo un atto deliberato. La presenza di sostanze acceleranti ha fin da subito rafforzato l’ipotesi di un incendio doloso.
Michael Sinval Pereira, compagno di Suele, è stato rintracciato in un bar a circa 500 metri dall’abitazione. Secondo alcune testimonianze, aveva bevuto pesantemente: c’è chi parla di dieci birre e una intera bottiglia di vino rosso.
Durante l’interrogatorio ha fornito versioni contraddittorie sull’accaduto. In un primo momento ha dichiarato di aver lasciato l’appartamento per bere una birra; successivamente ha ammesso di aver gettato per rabbia una sigaretta accesa su un tappeto del soggiorno, causando così l’incendio.
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Tuttavia, le prove raccolte dagli inquirenti – tra cui la chiusura della porta dall’esterno e la presenza di acceleranti – hanno portato all’arresto di Pereira con l’accusa di omicidio volontario aggravato e incendio doloso. La PM Maura Ripamonti ha sottolineato la crudeltà dell’atto e una apparente assoluta mancanza di rimorso da parte dell’indagato.
Suele Leal Barbosa era un’operatrice sanitaria presso l’Istituto dei Tumori di Milano. Originaria del Brasile, viveva in Italia da diversi anni e aveva un figlio di 10 anni, avuto da una precedente relazione, che al momento della tragedia si trovava con il padre.
I colleghi la descrivono come una professionista dedita al lavoro, molto apprezzata per la sua umanità e disponibilità. “Era sempre sorridente, una persona che sapeva farsi voler bene”, raccontano le colleghe in ospedale sotto shock dopo avere appreso la notizia.
Michael Sinval Pereira resta attualmente in carcere, a disposizione delle autorità inquirenti per nuovi interrogatori. La salma di Suele sarà sottoposta ad autopsia e poi restituita ai familiari per i funerali.