Paola Marella è morta a 61 anni dopo una lunga malattia. L’architetta è riuscita a rompere la quarta parete parlando di case e non solo.
L’essere umano è nato per apprendere e conoscere. Questo concetto, nel passato remoto televisivo, lo ha portato alla ribalta Alberto Manzi con “Non è mai toppo tardi”. Nel ’60 si combatteva l’analfabetizzazione, oggi – in tv – si combatte (laddove è possibile) la banalità e l’appiattimento.
Tutti cercano l’originalità, al pari di un elisir di lunga vita, mostrare quel che ancora nessuno (o quasi) conosce. Oggi si promuovono ristoranti, hotel, persino piatti. A caccia della voce, del cantante, dello Chef, dell’albergo più esclusivo d’Italia. Una sorta di selezione che garantisce l’illusione della scoperta. Poi c’è chi le scoperte, anche televisive, le faceva davvero: quel qualcuno è stata, fino a poco tempo fa, Paola Marella.
Una fezza bianca condita dal sorriso smagliante l’ha resa iconica, ma lei è diventata un riferimento non solo per il suo look. La celebre architetta ha portato in televisione il mito delle case: un bene primario che non tutti possono permettersi. Chi ce l’ha, tuttavia, deve accontentarsi di un affitto o – in larga parte – affidarsi ai mutui.
Avere quattro mura non sempre vuol dire possederle. Marella, con il suo charme e la capacità di affabulare e conquistare gli spettatori, dimostrava che una casa – a prescindere dalle lungaggini della burocrazia – è di chi la abita. Sapeva il mestiere benissimo, non poteva essere altrimenti dopo aver studiato al Politecnico di Milano e aver intrapreso la carriera di agente immobiliare, e lo metteva a disposizione di tutti.
Ha fatto capire, con il suo modo diretto, asciutto e mai banale, che basta un dettaglio per cambiare le cose. Tanto nella compravendita immobiliare quanto nell’arredamento. I suoi programmi erano fortemente didascalici: una sorta di “guida per principianti” degli inquilini di domani.
Proprietari si diventa nel momento in cui si iniziano a fare le proprie scelte di arredo e acquisto con consapevolezza: non basta una firma su un rogito. Questo ha lasciato, oltre a una determinazione senza pari, soprattutto nel periodo della malattia: “Ricorderemo il tuo modo di fare anche e soprattutto nell’affrontare una tempesta come questa”, hanno detto le colleghe.
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Paola Marella ha lasciato un segno indelebile anche sul piccolo schermo, dove – restando in tema di architettura – ha costruito un suo spazio che oggi resta un’isola felice a misura di tutti. O quasi. Il segreto – citando una celebre frase che era solita dire – è saper guardare tra luce e ombra. Lei ci è riuscita fino all’ultimo.