Milano, dentro il panificio solidale di Gustolab. In zona vicentino esperti con e senza disabilità alimentano il settore culinario.
Gustolab, l’impronta dell’amore. A Milano si cerca sempre di fare la differenza andando a parare nel piatto. In Lombardia, come nel resto d’Italia, sono buone forchette: mangiare con gusto piace a tutti, ma all’ombra del Duomo si cerca di fare ancor di più. Mangiare bene, mangiare sano, mangiare con consapevolezza. Se è vero che l’alimentazione rispecchia la personalità di ciascuno, il gruppo L’Impronta reagisce bene e comunica ancora meglio.
Nasce tutto da un panificio di produzione ad alta qualità e poi si trasforma in una vera e propria startup. Impresa e sociale. All’interno di Gustolab ci sono, infatti, ragazzi con e senza disabilità. L’impronta iniziale – è il caso di dirlo – si allarga fino a diventare nel tempo qualcosa di più. In via Antegnati, a Milano sud, dove si sono trasferiti, ora non si fa solo il pane. Andrea Miotti – responsabile del progetto – racconta come in questa realtà si formino menti e analizzino progetti.
Attraverso il lavoro passa anche l’integrazione. Non ci sono, infatti, soltanto ragazzi con disabilità. Lavorano anche soggetti fragili che vengono da situazioni difficili. La buona cucina, con materie prime ragguardevoli, serve da trampolino di lancio sia per chi la gusta ma anche (e soprattutto) per chi la fa. Dal 2014, quando è nato tutto questo, di strada ne hanno fatta in parecchi che non identificano più Gustolab come una scommessa, ma come un posto sicuro che sa di famiglia.
L’essenziale per fare bene il proprio lavoro. Dato che a lavorarci sono molti, è nato anche Bum (buoni un mondo) che raggruppa quanto fatto finora e aggiunge le capacità del ristorante grazie anche a un sistema di imprese sociali sommato alla riqualificazione di 5 edifici a uso residenziale. Una trasformazione edilizia e d’impiego. Rischi d’impresa non ce ne sono perchè la rendita è assicurata: i prodotti sono di prima qualità.
Oltre al pane è possibile gustare aperitivi e piatti della casa. Quello che serve per restare a bocca aperta e non a bocca asciutta. Il proposito di fare qualcosa di unico e speciale c’era dagli anni ’90. Ora è una realtà in via di sviluppo ed espansione: “Un vincente, talvolta, è solo un sognatore che non ha mai mollato”. Questa storia lo insegna con l’acquolina in bocca. Per farsela passare, basta farsi riempire il piatto e il cuore con specialità da 6 a 13 euro. Prezzi modici per manicaretti “buoni un mondo”.
A Milano, nello specifico, c’è una politica solidale molto sviluppata. Tradotto in numeri: sono 15692 le realtà che si occupano di integrazione sociale e volontariato. Non si presta attenzione soltanto agli emarginati, ma si cerca anche di reinserire chi mostra di avere potenzialità. Il lavoro nobilita l’uomo, ma in questi casi accresce il Duomo perchè in termini di affluenza, domanda e offerta, questa porzione di mercato oltre a garantire soddisfazione porta un discreto tornaconto.
Lavorano tutti (anche coloro che magari pensavano di non poterlo fare) senza lasciare indietro nessuno. Quando possibile. L’importante è che, dopo aver messo la testa nel piatto, non ci si volti dall’altra parte. I diritti, in questo caso, sono come l’appetito: vengono mangiando.