Balocco gate. Arriva la stretta sugli influencer: lâAgCom propone un tavolo di regolamentazione dopo il caso Ferragni. Le linee guida.
Balocco gate, il vuoto normativo ha le ore contate. Magari ci vorrĂ un poâ di piĂš di 60 minuti, ma lâintenzione dellâAgCom è quella di fare chiarezza. Mentre sul caso Ferragni ancora si indaga, per cercare di capire quali sono le responsabilitĂ che ruotano attorno alla pratica commerciale scorretta, motivo per cui Chiara Ferragni è iscritta nel registro degli indagati con lâaccusa di truffa aggravata, lâAntitrust è pronto a rimediare per quanto riguarda i vuoti normativi sulla situazione analoga per i creator.
Le pratiche commerciali e di pubblicitĂ (benefica e non) devono essere chiare. Nessun equivoco dâora in avanti. Ă quello che sperano le autoritĂ non solo rispetto alla Ferragni, ma anche in relazione a tutto quello che la donna ha creato. Lei ha messo su un impero, ma oltre a questo evidente dato è stata in grado di fare anche scuola.
Gli imprenditori digitali, oggi, grazie al metodo Ferragni, si dotano di influencer. Ovvero persone che sponsorizzano il lavoro e i prodotti delle multinazionali. Quelli che un tempo venivano definiti testimonial. Le pubblicitĂ stanno cambiando rotta: non solo sulla televisione, ma anche e soprattutto sui social.
Secondo una stima recente, da qui ai prossimi anni il fatturato degli introiti su TikTok per queste attivitĂ triplicherĂ . Si parla di circa 370 miliardi di dollari. In Italia, invece, il guadagno sarĂ di circa 280 milioni. Chi câè dietro ai creator? Le agenzie di comunicazione. Questo significa che le personalitĂ non sono lasciate a loro stesse, ma per evitare altre situazioni analoghe a quelle che stanno coinvolgendo le societĂ del marchio Blonde Salad, dovranno essere messi alcuni paletti che spettano al testo unico sui servizi di media audiovisivi.
Di competenza anche dellâAgCom. Per questo câè bisogno di un tavolo pubblico (che verrĂ approvato a breve) per mettere in chiaro come muoversi. E soprattutto come devono agire gli influencer dâora in avanti. Quel che appare lapalissiano è che ogni creator dovrĂ essere reperibile e contattabile in maniera cristallina.
La parola dâordine sarĂ ancora trasparenza, anche per quel che riguarda la pubblicizzazione di prodotti. Ogni collaboratore e creator deve indicare chiaramente cosa sta facendo sui social: la natura di ogni tipo di promozione, poi, sarĂ correlata a una diversa distribuzione e situazione fiscale.
Lâunico modo per evitare, quindi, che iniziative benefiche si mescolino con introiti non previsti o peggio con pratiche commerciali scorrette e alterate. Il segno dei tempi cambia quando anche il diritto si adegua ai cambiamenti principali della societĂ . La Ferragni fa scuola anche stavolta, anzi fa giurisprudenza.
Il suo precedente servirĂ da apripista per evitare ripercussioni complicate che potrebbero coinvolgere (come sta accadendo) diversi soggetti. Non resta, dunque, che aspettare i risvolti della Procura di Milano. Aggiornamenti su cui anche lâAntitrust si regolerĂ per il futuro che, almeno sul piano giudiziario, sembra imminente. In attesa di una sentenza che, a suo modo, riscriverĂ la storia dellâimprenditoria digitale.