Milano zona 30. Questo è l’obiettivo per il 2024: il proposito che deve concretizzarsi con la riforma, però, è ancora bloccato. Scontro Lega-PD: botta e risposta a distanza tra il ministro Salvini e il Sindaco di Bologna Lepore
Zona 30, ancora non ci siamo. Milano si prende i suoi tempi e, stavolta, non c’entra il conta chilometri, ma l’esigenza di mettere d’accordo tutti. Impresa impossibile, ma una quadra si deve trovare. Il contendere è un provvedimento nella giunta comunale a firma di Marco Mazzei, in lista Sala. Il proposito è quello di cambiare i limiti di velocità nel capoluogo lombardo.
Questo – secondo i rappresentanti di una parte della politica – vorrebbe dire avvicinarsi a Londra, Parigi e Bruxelles, ma le distanze con l’Europa sono ancora importanti. Il motivo è la mobilità: Mazzei asserisce che andare più piano evita gli incidenti, ma gli si sono scagliati contro tutti i trasportatori o quasi.
In città non è sempre facile rispettare un proposito, figuriamoci se qualcuno prova a imporlo come provvedimento: ci sono state, infatti, alcune settimane di prova e il limite a 30 Km/h nei centri urbani non l’ha rispettato quasi nessuno. Una regola che sembra fare fatica ad essere recepita e non è solo questione di abitudine.
Gran parte della refrattarietà è dovuta ai ritmi giornalieri: Bruxelles e Parigi avranno anche il loro bel da fare, ma l’organizzazione del traffico in relazione ai mezzi sul territorio è molto diversa. All’ombra del Duomo si conserva ancora un viavai capillare che, oltre a disorientare, spiazza. Gli ingorghi sarebbero la principale conseguenza di un cambiamento – a tratti – epocale.
Argomento su cui ha scherzato anche il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. L’ex Vicepremier ha commentato: “Dite a Sala che la gente a Milano vorrebbe anche lavorare”. La situazione diventa incandescente e la questione passa alla politica: fonte di scontro anziché di confronto.
Ci sono realtà dove, però, Zona 30 non solo funziona ma ha ridotto il tasso di mortalità e incidenti sulle strade. Qualche numero: i morti nella parte centro settentrionale del Belgio sono più che dimezzati, la gravità degli incidenti è diminuita e anche l’inquinamento è minore. Una vera e propria rivoluzione ambientale che sembra aver attecchito.
In Italia conferma anche Bologna dove Zona 30 è presente dal giugno 2023: c’è una diminuzione di gas e inquinamento di altro genere grazie alla congestione ridimensionata del traffico, ma esistono alcune strade a scorrimento veloce dove si può viaggiare ancora a 50 Km/h.
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Un compromesso a metà strada. Milano aspetta: il provvedimento deve ottenere l’ok in giunta, ma è difficile trovare una quadra. Per il momento resta un ordine del giorno (sebbene l’Assessora alla Mobilità Arianna Censi abbia espresso parere favorevole), ma l’iter sembra – per rimanere in tema – piuttosto frenato.
Sul fronte politico è battaglia serrata tra la Lega e il PD. Il caso è quello di Bologna con la bocciatura del Mit che questa mattina in una nota ha scritto: “Il limite di 30 km/h in tutta la città di Bologna non appare una scelta ragionevole perché i problemi per i cittadini, in particolare per i lavoratori, rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale che resta comunque una delle priorità assolute. Il dicastero è pronto ad avviare un confronto immediato con l’amministrazione bolognese per verificare soluzioni alternative”. Nel pomeriggio il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha replicato duro a Salvini dicendo che le polemiche montate sui social sono soprattutto figlie delle “Fake news della destra”. Nel pomeriggio la contro replica social del leader della Lega che parla di “canto degli uccellini”.