Aveva abusato sessualmente di 5 donne nel 2022 usando sempre lo stesso schema e per questo era stato condannato ai domiciliari ma il violentatore in monopattino ha colpito ancora. Questa volta su un bus. Due bambine molestate e l’uomo finisce in carcere
Era stato già condannato in due processi, uno a 6 anni e 10 mesi e nel secondo a 3 anni e 2 mesi, per aver abusato sessualmente nel 2022 di ben 5 donne. Il violentatore seriale agiva usando sempre lo stesso modus operandi: seguiva le sue “prede” con un monopattino nelle zone centrali di Milano prima di aggredirle e fuggire subito dopo.
Condannato agli arresti domiciliari il 29 agosto del 2022, per l’aggressore 23enne ora è scattato il carcere. L’accusa è sempre la stessa: violenza sessuale. Avrebbe molestato due ragazzine di neanche 12 anni a bordo di un autobus nella città meneghina.
In carcere il violentatore in monopattino
Come riporta la Repubblica e confermato anche da fonti giudiziarie, l’inasprimento della misura cautelare del violentatore in monopattino è stato disposto dalla Corte d’Appello di Milano su richiesta della Procura generale nei giorni scorsi, dopo l’arrivo, al Palazzo di Giustizia, delle denunce presentate dai genitori delle due bambine aggredite sessualmente sul bus dal 23enne.
Il fatto è accaduto lo scorso 22 febbraio quando il giovane, violando gli arresti domiciliari, è uscito da casa appositamente per commettere nuovamente la stessa aggressione. Solo qualche giorno prima dell’episodio la Corte aveva confermato la condanna per le violenze su quattro donne, diminuendo la pena al ragazzo da 6 anni e 10 mesi a poco più di 5 anni.
I due processi
Le donne vittime del violentatore sono aumentate passando da 4 a 5 lo scorso 4 ottobre 2023, e per questo il 23enne era stato condannato per l’ennesimo episodio violento. Ma non solo, dalle indagini era scaturito anche altro, ovvero la detenzione e divulgazione anche di materiale pedopornografico.
Nel corso dei due processi, partiti a seguito dell’inchiesta seguita dalla Squadra mobile di Milano e del pm Pasquale Addesso, è stato riconosciuto all’imputato, dopo una perizia psichiatrica, un vizio parziale di mente.
L’aggressore dopo l’arresto di due anni fa durante l’interrogatorio con il gip Roberto Crepaldi, aveva detto di non avere ricordi precisi “di quelle sere”, in cui avrebbe aggredito le donne, perché, aveva sostenuto: “bevevo e assumevo psicofarmaci”. In quel caso, al termine del primo processo, i magistrati avevano disposto che l’imputato, dopo la fine della pena inflitta, avrebbe seguito un percorso terapeutico e farmacologico in libertà vigilata.
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Il modus operandi
Usava un monopattino elettrico per aggredire le donne. Il 23enne le aspettava mentre uscivano dalla palestra o passeggiavano nelle zone centrali della città. A volte colpiva anche mentre erano al telefono costringendole a subire le violenze sessuali. Il primo episodio risale al 27 maggio del 2022 quando il violentatore inizia a seguire, in via Ripamonti, una 33enne. Presa alle spalle e aggredita, dopo il fatto, l’uomo fugge via. Il secondo episodio avviene lo stesso giorno. Questa volta la vittima è una 29enne aggredita mentre rincasava in zona Porta Romana.
Successivamente il 14 giugno dello stesso anno si registra il terzo episodio quando il molestatore segue in via Vallarsa una 20enne che stava parlando al cellulare. Aggredita alle spalle anch’essa. In ultimo il quarto episodio il 20 giugno 2022: l’aggressore avrebbe seguito per diversi metri a bordo del monopattino una 23enne, appena uscita da una palestra di viale Toscana, e l’avrebbe aggredita. In tutti i casi, una volta terminato, scappava a bordo del mezzo.
Le vittime avevano un’età compresa tra i 19 e i 33 anni. Gli episodi si sono svolti tra maggio e giugno del 2022. L’attività investigativa seguita dalla Polizia di Stato è andata aventi anche grazie alla raccolta e all’analisi dei video delle telecamere di sorveglianze dei luoghi in cui il violentatore colpiva. Sull’accusa di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico emersa durante il processo a suo carico è intervenuta anche la procura per i minorenni perché il reato sarebbe stato commesso quando il giovane non aveva ancora raggiunto la maggiore età e dunque minorenne.