E’ stata uccisa a coltellate dal marito 45enne. L’omicidio avvenuto in una abitazione al Serio (Bergamo) giovedì scorso. Due giorni prima la donna aveva accompagnato il marito in un centro psico-sociale della zona
Si chiama Joy Omoragbon l’ennesima vittima di femminicidio, uccisa a coltellate in casa dal marito 45enne Osarumwense Aimiose. La coppia, entrambi originari della Nigeria, abitavano da tempo a Cologno al Serio, nella bassa Bergamasca. L’omicidio è avvenuto giovedì, 26 marzo, intorno le 14.00 di pomeriggio.
Il nigeriano, sospettato principale del delitto, è stato arrestato dai carabinieri di Treviglio allertati dai vicini di casa dopo il cruento fatto di sangue. I militari dell’Arma, giunti sul posto intorno le 15, hanno trovato l’uomo vicino al corpo martoriato della moglie. Fortunatamente la coppia non aveva figli. Dalle indagini finora attuate è emerso che l’uomo aveva problemi psichici già da molti anni e aveva già subito un (Tso) Trattamento sanitario obbligatorio. Non era la prima volta che il 45enne si rendeva autore di lesioni verso la moglie di 49 anni.
I problemi psichiatrici
Dopo aver accoltellato a morte la moglie Joy, il marito 45enne è stato fermato dai carabinieri e portato nel carcere di Bergamo. Ma la storia di violenze domestiche parte da molto tempo prima, come sempre succede in questi casi. Già nel 2013 l’indagato nigeriano si era reso responsabile di lesioni aggravate inflitte ai danni della 49enne e in quell’episodio l’aveva anche minacciata con un coltello.
Nel corso delle indagini l’uomo era risultato affetto da problemi di natura psichiatrica tali da averne reso necessario il ricovero obbligatorio (Tso). Dal 2014 l’indagato risultava in cura presso diversi Centro psico sociale (Cps) della bergamasca. La già compromessa e delicata situazione mentale dell’uomo e, ancor di più quella dell’incolumità fisica della moglie Joy, è iniziata a precipitare a dicembre del 2023 quando il 45enne ha perso il lavoro.
Secondo quanto riportato anche da la Repubblica, martedì scorso marito e moglie avevano ricevuto la visita a casa di un ufficiale giudiziario, per la coppia negli ultimi mesi si era fatta sempre più concreta l’ipotesi di uno sfratto. E proprio in quella occasione qualcuno nel vicinato avrebbe visto la 49enne seduta per terra che piangeva.
Joy non aveva mai denunciato
Dopo il licenziamento, l’uomo aveva iniziato ad avere di nuovo dei comportamenti strani che avevano causato delle pesanti liti tra lui e la moglie, la quale in due occasioni diverse aveva anche richiesto l’intervento della Polizia. In entrambi i casi, però, la vittima non aveva sporto denuncia nei confronti del compagno. In questo caso non è stato possibile evidenziare situazioni di grave pericolo tali da configurare l’applicazione del “codice rosso”.
Due giorni prima dell’omicidio l’uomo era stato invitato presso un Cps della zona. Ad accompagnarlo all’appuntamento nel centro psichiatrico era stata proprio la moglie. La speranza era quella di aiutare il marito ad affrontare una volta per tutte quei gravi disagi mentali che ultimamente aveva evidenziato con maggiore violenza.
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La confessione
Portato nella caserma di Urgnano, Bergamo, l’omicida ha confessato il delitto. Qui ha incontrato il suo legale, l’avvocato Francesco Pierotti. Il racconto di quanto accaduto giovedì scorso sarebbe avvenuto da parte dell’indagato, in modo confuso.
Al momento la sua condizione psichica è al vaglio del magistrato di turno, titolare del fascicolo aperto in seguito al delitto. L’interrogatorio di garanzia davanti al gip sarà fissato molto probabilmente domani, sabato 30 marzo 2024.