Stalking nel condominio, l’incubo di una madre costretta a lasciare casa: “Mi diceva sono il diavolo…”

E’ stata costretta a lasciare casa sua insieme ai suoi figli dopo che il vicino per anni le ha fatto stalking condominiale. La storia da incubo vissuta da una madre di Milano

Ha vissuto un vero e proprio incubo durato 5 anni al punto tale da essere costretta ad abbandonare per alcuni mesi casa sua insieme ai figli piccoli. La storia raccontata da una donna di Milano non è diversa da tante altre storie che hanno al centro il reato di stalking ma, in questo caso, non è un ex compagno o un marito a ossessionare la vittima, bensì il vicino di casa.

stalking condominiale
Stalking condominiale, l’incubo vissuto da una madre di Milano (milano.cityrumors.it)

Si chiama stalking condominiale e non è diverso da quello relazionale, eppure si tende a banalizzarlo. Quando la vittima, chiamiamola Maria, (nome di fantasia) si è diretta presso il commissariato più vicino per denunciare l’accaduto, le raccomandazioni che ha ricevuto dopo aver depositato le querele sono state: “Basta litigare”, “Ma perché non vendi casa?”. Come se in questi casi la vittima non fosse tale perché dall’altra parte non c’è un ex.

La storia di Maria, vittima di stalking condominiale

Il racconto confessato questa mattina al Corriere della Sera è pregno di ansia e rabbia. Maria, per tutelare l’incolumità sua e quella dei suoi bambini ha dovuto lasciare casa per alcuni mesi. Tutto è iniziato nel 2018 con l’acquisto di un appartamento in una bifamiliare nel Milanese con cui la donna va a vivere con i suoi due figli minori.

violenza
Stalking condominiale, l’incubo vissuto da una madre di Milano (milano.cityrumors.it)

Al piano di sotto vive una coppia di coniugi che, come riporta la donna: “è solita utilizzare le parti comuni come se fossero una proprietà esclusiva, piazzando piscina gonfiabile e sdraio in cortile e occupando tutto il giardino. Così alla mia richiesta di una divisione equa e regolamentata degli spazi, loro rispondono con insulti, minacce e violenze”.

Dalle aggressioni verbali e scritte il vicino, in poco tempo passa a quelle fisiche. “Mi spinge contro il cancello d’ingresso. Un pugno mi sfiora il volto e mi ripete io sono il diavolo e te lo farò vedere. Devi avere paura”. Il giorno dopo arriva l’ex marito della vittima che invita la donna a chiamare i carabinieri scatenando ancora una volta l’ira dell’uomo. Il vicino, racconta Maria: “Esce, lo insegue in strada (l’ex marito ndr) e lo colpisce davanti ai ragazzi. Lo accompagno al pronto soccorso, quindi denunciamo il signore”. Verrà successivamente condannato al pagamento di una sanzione economica e nulla di più

La scoperta dopo aver lasciato casa

Scioccata e impaurita per quella violenta aggressione ai danni dell’ex marito, Maria decide di non far rientro a casa e finché i carabinieri la informano che lui è stato trasferito in carcere per il mancato rispetto della detenzione domiciliare, la donna decide di trasferirsi a casa dalla madre.

Ma l’incubo non termina perché le minacce nei suoi confronti continuano. Tra i tanti, alla donna arriva un messaggio intimidatorio: “C’è brutta gente in giro”. Nel frattempo Maria scopre qualcosa di sconvolgente, ovvero che anche i precedenti proprietari sono stati costretti a vendere a causa del continuo stato di angoscia. Lo stalker esce di prigione e con l’arrivo del Covid la situazione diventa ancora più tragica.

“La coppia nonostante il lockdown riceve persone a casa. Il cortile diventa un bar, ma se io metto un ombrellone guai, ripartono gli attacchi. I due coniugi recintano il giardino impedendomi di utilizzarlo. Anche la moglie dello stalker si rivela violenta apostrofandomi come una poco di buono, mi esorta a vendere, mi afferra per il collo, finisco in ospedale”.

Le allusioni sessuali su WhatsApp

Le minacce e le persecuzioni continuano giornalmente nonostante i procedimenti giudiziari e le condanne inflitte. La vittima racconta ancora: “Quando mi affacciavo alle finestre i vicini mi facevano il gesto del dito medio o le corna, offendono anche i miei figli”. E, come se non bastasse già questo, le allusioni sessuali peggiorano.

L’ossessività dell’uomo arriva a manifestarsi anche negli stati di WhatsApp, “dove condivide messaggi intimidatori e talvolta deliranti, con particolari che mi riguardano”. A maggio scorso dopo che la vittima trova una sua foto tagliata in cantina, impaurita fa i bagagli e tornare dalla mamma.

Quattro mesi dopo rientra nuovamente nel suo appartamento, dopo un’ordinanza restrittiva che impone allo stalker di mantenere una distanza di almeno 150 metri dalla vittima. In conclusione, la donna dice: “Ma anche questo non basta ad assicurare alla mia famiglia la tranquillità che merita dopo cinque anni di vessazioni, in un luogo come la casa che dovrebbe essere il più sicuro. Bisogna smetterla di pensare a questi casi come banali discussioni ta vicini di casa perché non è così”. 

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