Per i reati spia di stalking e minacce è stato applicato per la prima volta in Italia il braccialetto elettronico d’urgenza. E’ il primo caso dalla nuova normativa Ddl contro la violenza sulle donne emanato il 9 dicembre
Pedinava e perseguitava la sua ex con appostamenti sotto casa, al lavoro, alla fermata dell’autobus nonostante la donna avesse più volte avvisato oralmente e con denunce l’uomo, un 30enne brianzolo, di smetterla. Lui, di risposta aveva anche tappezzato la sua macchina di striscioni con le frasi che la vittima gli aveva detto.
Così, adesso la Questura di Monza e della Brianza ha applicato il braccialetto elettronico “d’urgenza” allo stalker italiano, residente in un comune dell’hinterland a sud di Monza, già condannato per stalking e ritenuto responsabile di atti persecutori nei confronti della donna con la quale aveva avuto un semplice flirt .
Le strette del nuovo Ddl contro
Dopo i troppi femminicidi registrati in Italia da inizio anno ad oggi: oltre 107, lo scorso 9 dicembre 2023 il nuovo Ddl contro la violenza sulle donne è entrato in vigore con strette sempre più serrate anche verso i “reati spia” di stalking e persecuzioni. In appena 4 giorni, oggi la Questura brianzola ha applicato il nuovo Ddl su un uomo di 30 anni.
È il primo caso in Italia e tra le “strette” della nuova normativa spunta l’attivazione del braccialetto elettronico d’urgenza in presenza anche dei soli “reati spia o minacce”. Inoltre, nel caso in cui l’aggressore di turno voglia manomettere il braccialetto, l’uomo potrà essere arrestato anche fuori flagranza di reato. A proporre la nuova misura è il questore Salvatore Barilaro, che, successivamente è stata approvata dal presidente della sezione autonoma Misure di Prevenzione di Milano, Giuseppe Cernuto.
Lo stalker brianzolo
Il 30enne brianzolo non si era mai rassegnato alla decisione della ragazza di non voler iniziare una relazione sentimentale con lui. L’uomo ancor prima di essere accusato (e denunciato) di stalking dalla donna, presentava già diversi precedenti penali e di polizia per rissa, danneggiamento e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Il suo “curriculum” criminale ha evidenziato così “pericolosità qualificata” a seguito di preoccupanti episodi di atti persecutori. Inoltre, il 30enne brianzolo in diverse occasioni aveva già violato un altro provvedimento di ammonimento del Questore e per questo era stato arrestato in flagranza dai poliziotti della Squadra Mobile brianzola lo scorso settembre.
In quel caso, dopo che per l’ennesima volta si era nascosto nelle vicinanze della fermata dell’autobus utilizzato dalla vittima per raggiungere il posto di lavoro sito in una zona centrale di Monza, ha poi cercato di raggiungere la ragazza con la propria macchina che aveva tappezzato di striscioni riportanti frasi offensive sulla stessa donna. Il 30enne è stato bloccato dagli agenti della Mobile e in quel preciso caso aveva con se tre cacciavite.
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Il processo
Dopo il processo e il conseguente giudizio per direttissima sullo stalker, è stata disposta dal Gip del Tribunale di Monza e della Brianza la misura cautelare del divieto di ingresso nel capoluogo brianzolo. A questo è poi seguita la condanna in primo grado a un anno e 6 mesi di reclusione.
Ma, nonostante la condanna e la misura cautelare, dal mese di novembre scorso e fino a pochi giorni fa, in più occasioni il 30enne brianzolo avrebbe continuato a importunare la donna seguendola al lavoro, nei locali frequentati dalla ragazza, sotto casa. Facendo accrescere nella vittima ma anche negli amici di questa, uno stato di ansia perenne.