L’accusa era quella di eccesso colposo di legittima difesa ma, anche in appello, Mario Cattaneo è stato assolto: ecco le sue prime parole
Prima ha ascoltato il verdetto dei giudici e poi, quando ha sentito la fatidica parola “assolto”, tutta la tensione del ristoratore 73enne si è sciolta in un pianto di commozione. Mario Cattaneo, sempre accompagnato dall’avvocato Vincenzo Stochino, è quindi felice di poter ritornare alla sua vita, dopo che questa vicenda gliel’ha sospesa in una sorta di fotografia da vero incubo. Titolare dell’Osteria dei Amis di Gugnano, frazione di Casaletto Lodigiano, il ristoratore era accusato di eccesso colposo di legittima difesa: ecco i fatti.
La vicenda inizia nella notte tra il 9 e il 10 marzo 2017 quando, durante un furto dentro al suo ristorante, Mario Cattaneo spara e uccide a Petre Ungureanu, di 32 anni. Immediata la richiesta di condanna a tre anni di reclusione, mossa dalla pg Maria Vittoria Mazza con la motivazione dell’inutilità e della gravità della difesa “fai da te”. A distanza di sette anni da quella notte, però, è arrivata l’assoluzione: ecco perché è stato prosciolto da ogni accusa.
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La sentenza d’appello, però, ha confermato quanto aveva già ricostruito il tribunale di Lodi a fine gennaio 2020 che, a suo tempo, aveva già assolto l’oste. Secondo questa prima ricostruzione, operata dal giudice di primo grado Francesca Lisciandra, Mario Cattaneo era sceso nel cortile della sua abitazione imbracciando un fucile ma il suo intento non era quello di sparare, ma di spaventare i malviventi.
In seguito a una colluttazione con i ladri, che avrebbero strattonato l’oste, dall’arma sarebbe partito un colpo diretto alla schiena di Ungureanu che, a causa del ferimento, sarebbe quindi morto sul colpo. A rappresentare la vittima il fratello maggiore che, con l’avvocato Nunzia Milite, aveva chiesto all’oste un risarcimento di 300mila euro respinto dalla Corte d’Appello di Milano.
L’unico aspetto che rimane da valutare è quello relativo alla posizione del figlio dell’oste, Gianluca Cattaneo: i giudici, infatti, hanno trasmesso al pc tutti gli atti poiché desiderano valutare un’eventuale accusa di falsa testimonianza.