Una faida tra rapper, il giudice del tribunale di Bergamo ha condannato quattro persone che avevano aggredito il rapper Simba La Rue al culmine di una sfida che è andata ben oltre il dissing ed è sfociata nel penale
Un pestaggio feroce e violento che poteva finire molto male. Di qui l’indagine e l’ipotesi di reato: tentato omicidio. Una vicenda collegata a un altro fatto da codice penale, un rapimento, che si è concluso in aula.
Il giudice del tribunale di Bergamo ha infatti condannato quattro persone per l’aggressione al rapper Simba La Rue, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida, avvenuta il 16 giugno di due anni fa.
Il pestaggio di Simba La Rue
La condanna riguarda Moaad Amagour, Youness Fouad, Francesco Menghetti e Samir Benskar tutti implicati nell’attacco che ha messo a rischio la vita del trapper milanese. I quattro sono stati tutti condannati, ma con responsabilità e pene di peso diverso.
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Un episodio si inserisce in un contesto di violenza e minacce tra bande rivali nel mondo del rap, un fenomeno che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione dei media e delle forze dell’ordine raggiungendo un livello di violenza e aggressività purtroppo drammatico.
Ha rischiato la vita
La vicenda dell’aggressione è stata rievocata in aula nei minimi dettagli. La notte del 16 giugno 2022, Simba La Rue fu vittima di una violenta aggressione a Treviolo, in provincia di Bergamo.
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Il trapper, che in quel periodo stava acquisendo crescente notorietà sulla scena musicale italiana, fu picchiato e accoltellato più volte in diverse parti del corpo. Ferite profonde e gravi alla gamba, alla schiena, all’inguine. Persino al volto. Uno dei fendenti gli provocò una profonda lesione all’arteria femorale, mettendo a rischio non solo la sua carriera musicale ma la sua stessa vita. Solo il tempestivo intervento dei medici all’ospedale di Lecco gli salvò la vita. Ma le conseguenze dell’aggressione furono molto gravi e costrinsero il trapper a un secondo intervento chirurgico, rischiando l’amputazione della gamba.
Una faida
L’episodio di violenza è stato il culmine di una faida tra due gang rivalità legata al mondo del rap italiano. Gli aggressori erano infatti vicini a Baby Touché, un altro trapper milanese da tempo rivale di Simba La Rue. Tra i due c’erano stati episodi di dissing, una sfida ‘artistica’ a suon di rime: e minacce, non solo sui testi delle loro canzoni. La cosa, come purtroppo spesso accade, è andata ben oltre la rivalità musicale.
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Le indagini condotte dalla procura di Bergamo hanno svelato che l’aggressione a Simba La Rue fu orchestrata come una vendetta per un pestaggio subito da Baby Touché qualche giorno prima a Padova, fatto per il quale Simba era già stato condannato a quasi quattro anni di reclusione.
I quattro imputati, giudicati con il rito abbreviato, hanno ricevuto pene diverse: Moaad Amagour, il fratello di Baby Touché, è stato condannato a sei anni di reclusione, mentre Youness Fouad e Francesco Menghetti sono stati condannati a sette anni ciascuno. Samir Benskar, considerato il mandante della spedizione punitiva, ha invece patteggiato una pena di cinque anni. Durante il processo, tutti gli imputati hanno chiesto scusa per l’aggressione, ma il tribunale ha confermato la gravità del reato, respingendo la richiesta di derubricare il reato a lesioni aggravate.
Aggressione a Simba La Rue la richiesta del PM
Il pubblico ministero del tribunale di Bergamo Emma Vittorio aveva inizialmente chiesto otto anni di carcere per i principali imputati, mentre i difensori avevano tentato di minimizzare la responsabilità dei loro assistiti.
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Tuttavia, le indagini e le prove raccolte, tra cui le perizie mediche che dimostravano la pericolosità dei colpi inferti, hanno portato a una condanna per tentato omicidio. Simba La Rue, che ha rifiutato un risarcimento economico offerto da alcuni degli imputati, ha preferito lasciare che la giustizia seguisse il suo corso.
Simba La Rue
Simba La Rue, cresciuto a Milano ma di origini nordafricane, aveva acquisito notorietà con la sua musica, che mescola testi crudi ispirati a esperienze personali difficili, spesso caratterizzate dalla violenza delle strade e dalla vita di quartiere. Allo stesso tempo, la sua carriera è stata segnata da vari episodi di cronaca nera, che lo hanno coinvolto direttamente o indirettamente, contribuendo a creare attorno a lui un’aura controversa.
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Paradossalmente Simba e Baby Touché hanno radici culturali, etniche e personali molto simili. Nonostante siano giovanissimi, poco più di vent’anni, entrambi hanno avuto molteplici problemi di carattere personale e giudiziario.
Baby Touché
Baby Touché è tornato al centro dell’attenzione della cronaca non molto tempo fa: ospite di una trasmissione di Paolo Del Debbio, il trapper è stato accompagnato fuori dallo studio dopo una lite che lui stesso aveva provocato.
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Il rapper, il cui vero nome è Mohamed Amine Amagour, è stato bandito dalla sua stessa città – Padova – per i prossimi tre anni. Nel marzo scorso la sua abitazione è stata perquisita: le forze dell’ordine gli hanno sequestrato armi d’assalto, proiettili ed esplosivi che aveva esposto in uno dei suoi video.
Non solo dissing: il caso di Shiva
Il caso di Simba La Rue e Baby Touché non certo è un episodio isolato nel contesto della scena rap milanese. Anche altri rapper sono stati coinvolti in episodi di cronaca giudiziaria, spesso legati a dinamiche di rivalità o a comportamenti violenti.
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Uno dei casi più recenti ha visto protagonista il rapper Shiva, nome d’arte di Andrea Arrigoni, uno degli artisti più noti nel panorama rap italiano. Shiva, che attualmente è in testa alla hit parade e la terza settimana consecutiva, è stato recentemente condannato a sei anni e mezzo di reclusione con l’accusa di tentato omicidio per una sparatoria avvenuta a Settimo Milanese.
Nonostante la sua crescente popolarità, Shiva è stato più volte al centro di polemiche per presunti legami con ambienti malavitosi e per atteggiamenti provocatori nei confronti di altre figure della scena musicale. La sua immagine di “bad boy” del rap lo ha spesso portato sotto i riflettori non solo per la sua musica, ma anche per episodi di cronaca che hanno alimentato la sua fama.
Trap e Bad Boy
Il fenomeno della trap, emerso negli ultimi anni come una delle espressioni più popolari della musica giovanile, ha portato alla ribalta non solo artisti capaci di raccontare la realtà delle periferie urbane, ma anche dinamiche violente spesso legate al vissuto degli stessi protagonisti. La rivalità tra Simba La Rue e Baby Touché ne è solo un esempio.
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Questo genere musicale, caratterizzato da testi che affrontano temi come la criminalità, la povertà e la vita di strada, ha spesso mescolato arte e vita reale, creando situazioni in cui la violenza diventa non solo parte del messaggio musicale, ma anche un elemento della realtà quotidiana degli artisti. La scena milanese, in particolare, è stata teatro di numerosi scontri tra rapper, alcuni dei quali sono sfociati in episodi di cronaca nera.
Altre indagini
Nonostante la condanna dei quattro imputati, le indagini sulla vicenda di Simba La Rue non sono ancora concluse. Il pubblico ministero ha infatti iscritto nel registro degli indagati altre cinque persone, tra cui tre ragazze accusate di favoreggiamento. Da chiarire il ruolo della ex fidanzata del trapper, Simona Boscali, sospettata di essere la mandante dell’agguato. La faida tra Simba La Rue e i suoi rivali potrebbe quindi riservare ulteriori colpi di scena nei prossimi mesi, con nuovi sviluppi investigativi che potrebbero portare ad altre incriminazioni.