Nella nuova udienza di oggi, venerdì 15 marzo, del processo ad Alessia Pifferi la difesa legge la lettera scritta dal parroco che celebrò il matrimonio della donna. “Una persona fragile”. Intanto si accende lo scontro tra le due perizie psichiatriche
Procede con una nuova udienza prevista per questa mattina, 15 marzo 2024, il processo ad Alessia Pifferi, la mamma che nel luglio del 2022 lasciò morire di stenti sua figlia Diana di appena 18 mesi e per questo accusata di omicidio volontario pluriaggravato. Stamani nell’aula della Corte d’Assise a Milano il dibattimento si focalizza ancora sulla capacità di intendere e volere dell’imputata.
Al centro dell’udienza la relazione scritta dallo psichiatra forense Elvezio Pirfo, incaricato dalla Procura di Milano di analizzare la mente della donna accusata di omicidio aggravato e stabilire se al momento dei fatti Alessia Pifferi fosse consapevole dei suoi gesti.
Questa mattina, venerdì 15 marzo, l’udienza del processo per l’omicidio della piccola Diana si è aperta con alcuni momenti di tensione per tanti curiosi che volevano entrare in aula facendosi largo tra la folla per occupare le prime file.
Dopo aver ripristinato la calma in aula, il giudice ha chiamato lo psichiatra Pirfo ma prima dell’inizio del controesame, l’avvocato Alessia Pontenani, legale dell’imputata, ha letto in aula la lettera scritta dal parroco che, in passato, sposò Alessia.
Il parroco di Ponte Lambro nella lettera racconta che la Alessia Pifferi è stata sin da bambina una persona fragile con un vissuto difficile e particolare. Il papà della Pifferi aveva più volte tentato il suicidio.
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Dopo la lettura in aula della lettera del parroco, prende la parola lo psichiatra Elvezio Pirfo ribadendo al controesame che la donna, Alessia Pifferi, ha tratti disfunzionali che però non le hanno indotto un disturbo psichiatrico.
Anzi, aggiunge lo specialista, “la donna ha dimostrato grande resilienza di fronte ad eventi della vita. Per questo confermo la mia diagnosi sulla capacita di intendere e volere della Pifferi”. Dopo lo specialista Pirfo in aula prende la parola lo psichiatra Marco Garbarini, perito della difesa, che, come riporta il Giorno, riassume la sua relazione: “la Pifferi ha compromissioni cognitive tali da pregiudicare il funzionamento della vita. Ha difficoltà di pensiero e di giudizio”.
Lo scontro tra le due perizie psichiatriche, quella presentata da Pirfo e quella eseguita dalle due psicologhe di San Vittore – indagate per falso ideologico – che, al contrario, accertava nella Pifferi “la capacità cognitiva di una bambina di 7 anni” sono in netto contrasto.