Si svolgeranno lunedì i funerali di Omar Bassi, il giovane morto in vacanza dopo essere stato picchiato in discoteca da alcuni uomini della sicurezza del locale
I funerali di Omar Bassi si terranno lunedì 12 agosto a Cascina del Sole, la frazione di Bollate, in provincia di Milano, dove il giovane viveva con la sua famiglia e dove era conosciuto da tutti.
Una cerimonia funebre molto attesa, che sarà celebrata nella chiesa di Sant’Antonio di via Battisti, l’ultimo saluto a un giovane di 23 anni morto tragicamente per cause che potranno essere chiarite forse solo con l’autopsia.
Omar Bassi, i funerali
La morte di Omar Bassi ha suscitato grande emozione e sconcerto in tutta Italia, soprattutto per i drammatici eventi che lo hanno coinvolto nelle settimane precedenti alla sua morte.
Il 20 luglio, Omar si trovava in una discoteca di Origgio, nel Varesotto, per festeggiare il compleanno di un cugino. La serata, che doveva essere un’occasione di festa, si è trasformata in un incubo. Secondo le testimonianze raccolte, cinque buttafuori del locale lo avrebbero accerchiato e brutalmente picchiato, accanendosi su di lui con calci e pugni, sia all’interno che all’esterno del locale.
Cosa è accaduto
La cugina di Omar, Michelle Sala, che era presente quella sera, ha ribadto anche davanti alle telecamere in modo estremamente chiaro e circostanziato come il cugino avesse semplicemente cercato di difendere il fratello minore Thomas, aggredito verbalmente e fisicamente durante una lite scoppiata tra i tavoli del locale.
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Quando Omar è intervenuto in sua difesa, è stato aggredito dai buttafuori, riportando ferite che, secondo la famiglia, hanno avuto conseguenze tragiche.
Dopo il pestaggio, Omar è stato portato dai genitori al pronto soccorso dell’ospedale Sacco di Milano. Tuttavia, dopo alcune ore di attesa, durante le quali le sue condizioni non sembravano gravi a un primo esame, ha deciso di lasciare l’ospedale senza ulteriori accertamenti.
Le conseguenze
Nei giorni successivi, Omar Basso aveva ha iniziato a manifestare sintomi preoccupanti, come nausea e vertigini, che lo hanno portato a rivolgersi nuovamente ai medici, questa volta all’ospedale di Garbagnate Milanese. Qui è stato visitato e dimesso con una prognosi di tre giorni, nonostante avesse riportato contusioni multiple al viso, una ferita lacero-contusa alla mucosa orale e un trauma cranico. Nonostante questi sintomi, la TAC effettuata non aveva rivelato alcuna anomalia.
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Omar, convinto di poter superare il malessere, era partito per una breve vacanza in Calabria, a Bianco, dove la famiglia aveva affittato una casa per il mese di agosto. Ma la tragedia si è consumata poco dopo l’arrivo. Il 2 agosto, mentre si stava facendo la doccia, Omar ha perso conoscenza. Immediatamente soccorso e trasportato prima all’ospedale di Locri e poi trasferito d’urgenza agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, è stato sottoposto a un intervento chirurgico nel tentativo di salvargli la vita. Tuttavia, nonostante gli sforzi dei medici, Omar è stato dichiarato in morte cerebrale. Tre giorni dopo, il suo cuore ha smesso di battere.
La posizione dei familiari
I familiari non hanno dubbi. Il malore, una emorragia cerebrale, sarebbe direttamente connessa a quanto accaduto in discoteca. Ed è su questo episodio che a nome della famiglia la cugina ha chiesto chiarezza e giustizia: “Quello che è accaduto lo hanno visto tutti, molte persone all’interno del locale – non solo io che ero direttamente coinvolta – sono rimaste sconvolte per la violenza dell’aggressione nei confronti di Omar, un ragazzo buono e generoso che aveva semplicemente cercato di intervenire per sedare una discussione che nemmeno lo riguardava. Vogliamo che sia fatta piena chiarezza su quanto è accaduto, vogliamo che sia fatta giustizia. Ma soprattutto vogliamo che non accada mai più una cosa del genere, nel rispetto della morte di Omar e della nostra famiglia che è devastata da questo dolore”.
I funerali di Omar Bassi: “Non presentatevi”
La famiglia ha chiesto massimo riserbo e rispetto della privacy idurante i funerali, esprimendo il desiderio di vivere questo momento di intimità senza alcuna intrusione da parte dei media.
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Michelle Sala, la cugina di Omar, ha pubblicato un accorato appello sui social media rivolto ai giornalisti, chiedendo rispetto per il dolore della famiglia e avvertendo che nessuno avrebbe dovuto presentarsi alla cerimonia funebre. “Quel giorno vogliamo stare in pace, guai… ma davvero guai, se vi presentate ai funerali di Omar. Mi occuperò in un secondo momento di mandarvi i video, Chiediamo solo che il dolore della nostra famiglia sia rispettato” ha scritto Michelle su un post pubblicato ieri.
Le indagini
Le circostanze della morte di Omar Basso hanno sollevato molti interrogativi e hanno spinto la famiglia a cercare risposte. Le domande sono due: la prima è se il pestaggio abbia avuto conseguenze fatale, chi ne sia il responsabile e perché. La seconda è se le prime cure in pronto soccorso abbiano pienamente evidenziato la serietà delle condizioni di Omar.
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Di qui le due denunce: una contro il personale della sicurezza della discoteca di Origgio, accusato di aver picchiato il giovane. E l’altra contro l’ospedale di Garbagnate Milanese, ritenendo che i medici abbiano sottovalutato la gravità delle sue condizioni dopo il pestaggio.
La famiglia ha chiesto alla magistratura di indagare se esista un nesso di causalità tra i pugni e i calci ricevuti da Omar e la sua morte improvvisa, avvenuta due settimane dopo.
Il locale è chiuso
La morte di Omar ha ancora una volta riacceso il dibattito sulla sicurezza nei locali notturni e sull’uso della violenza da parte dei buttafuori.
Michelle Sala, in un video postato sui social media, ha sottolineato come il compito dei buttafuori non debba essere quello di usare violenza, ma di placare le situazioni di conflitto.
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“Se la loro intenzione è picchiare, vadano a fare boxe”, ha detto Michelle, aggiungendo che Omar era una persona buona, che odiava le liti, e che non meritava di morire in quel modo.
La comunità di Bollate si è stretta intorno alla famiglia Bassi in questo momento di grande dolore. Un amico di famiglia ha avviato una raccolta fondi per sostenere i Bassi nelle spese legali e per chiedere giustizia per Omar. La raccolta ha già raggiunto quota 6 mila euro con quasi 200 donazioni, segno della solidarietà e dell’affetto che circondano la famiglia in questo momento difficile.
La generosità di Omar Bassi, i suoi funerali
Le esequie di Omar Bassi saranno non solo l’occasione per dire addio a un ragazzo che a Bollate conoscevano tutti ma anche per mettere in risalto alcuni fatti che non sono stati sottolineati.
Il ragazzo aveva firmato per la donazione degli organi: undici persone sono state salvate con la sua generosità.