Una svolta nelle indagini per il terribile scontro tra due macchine in viale Testi domenica mattina, il responsabile è un altro
Per giorni è stato al centro di tutto col dito puntato addosso e un mirino: il colpevole è lui. Non c’erano dubbi, senza patente, l’alcool test positivo e una sceneggiata per sviare le indagini. E’ il caso del ventenne nell’incidente di domenica 16 novembre a Viale Testi tra un Suv e una Opel Corsa che secondo le forze dell’ordine, quindi per tutti, era uno dei responsabili, se non il maggior responsabile, di tutto quel disastro. Ma le cose non stanno così.

La storia è diversa. Nettamente diversa anzi, l’opposto di quello che è stato detto e soprattutto raccontato. Da tutti. Quel giovane che è passato per soccorritore ma in realtà era il guidatore del Suv è invece un soccorritore vero a tutti gli effetti. Era un amico di Pietro Silva Orrego, il ragazzo morto nello scontro tra le due macchine. Era un suo amico e stava cercando con la disperazione di salvargli la vita.
A trarre in inganno un po’ tutti è stato, senza volerlo, ma perché probabilmente preso dalla confusione generale, uno dei primi soccorritori, un operatore sanitario che si era fermato a praticare il massaggio cardiaco alla vittima che lo aveva indicato come il guidatore di quel suv. E da qui, tutti dietro a puntare il dito contro quel ragazzo che aveva, è vero, perso uno scarpa che era nei rottami, ma l’aveva smarrita, verosimilmente, per dare i calci al vetro della macchina. Lì se l’è persa, lì è rimasta e ha tratto in inganno tutti.
Il finto soccorritore era vero: salvato dai social
L‘operatore sanitario aveva pensato quello che ha riferito perché, probabilmente, lo aveva notato accanto al lato guida della cabina saltata via dal telaio. Era sporco di sangue, senza una scarpa, quindi in tanti hanno pensato stesse facendo finta di essere un soccorritore per non essere coinvolto nel terribile incidente, ma in realtà questo ragazzo era sceso qualche minuto prima dalla macchina e avendo sentito il botto, si è precipitato. E il fatto di aver detto di essere sul tram, a questo punto può essere stato travisato e mal capito vista la concitazione e la confusione del momento.
Lui era lì per cercare di salvare i suoi amici, dare una mano. Queste erano le sue intenzioni e qualcosa ha fatto anche se alla fine uno dei suoi amici è morto. E tutto grazie ai social, soprattutto a un paio di video girati dai testimoni che non hanno fatto altro che rimbalzare sui social per ore, dove si vedeva questo ventenne che dava calci alla macchina e gridava di dare una mano ai suoi amici. Nei video si vede il soccorritore che corre tra le lamiere cercando di dare assistenza ai suoi amici.

Considerata la situazione, la pm di Milano Giancarla Serafini ha deciso di indagare per omicidio stradale il giovane alla guida del suv della Mercedes, lo stesso che ha noleggiato la macchina, e il 32enne che conduceva la Opel Corsa. Da non dimenticare che il primo è risultato positivo ai pre test di alcol e pare anche di droga, mentre il secondo ai test della droga.




