Morgan Algeri e Tiziana Tozzo morti nel Suv inabissato nelle acque del lago di Como sarebbero annegati. Arriva il primo esito dell’autopsia. Rimane il giallo dell’auto
Secondo quanto riferito dal medico legale Giovanni Scola, incaricato dal sostituto procuratore di Como, Giuseppe Rose, dall’esame autoptico svolto sul cadavere del 38enne di Brembate Sopra, Morgan Algieri, sarebbe deceduto per annegamento.
Stesso esito per la 45enne di Cantù, Tiziana Tozzo, deceduta con il 38enne la sera del 2 gennaio scorso. Questo è il primo esito dell’autopsia che è stata svolta ieri mattina e a cui ha presenziato anche un secondo medico legale, Paolo Galeazzi, consulente nominato dal legale della famiglia Algieri, l’avvocato Giovanni Giorgino. Ma alla prima sommaria valutazione presentata dai medici legali mancano all’appello ancora i risultati di altri esami di laboratorio.
Secondo la primissima relazione scritta dai medici legali incaricati dal sostituto procuratore comasco a procedere con l’esame autoptico sul corpo senza vita di Morgan Algieri, la coppia sarebbe morta per annegamento. Da sottolineare che questa è solo un primo responso sull’autopsia effettuata. Per avere l’ufficialità bisogna attendere ancora gli esiti degli ulteriori esami che saranno svolti in laboratorio nelle prossime settimane.
Quando saranno pronti anche questi ultimi esami, la relazione definitiva e completa del medico legale sarà depositata in Procura nei tempi tecnici abituali in questi casi, ovvero i successivi 60 giorni. Solo dopo, i due consulenti incaricati, ovvero quello della Procura e quello di parte renderanno pubbliche le loro considerazioni sulle circostanze di morte di Morgan Algieri e Tiziana Tozzo.
L’esito di questa prima prima valutazione medico-legale ha confermato una delle due possibilità più evidenti, ovvero l’annegamento escludendo altre cause remote. Ora rimane capire cosa abbia procurato l’incidente e come il Suv Mercedes del 38enne abbia avuto quello slancio in avanti senza controllo che è costata la vita alla coppia. Per farlo rimane la ricostruzione cinematica e l’esame sull’automobile.
Il giallo del Suv rimane ancora irrisolto. Sulla questione sono al lavoro gli inquirenti e gli investigatori e per dipanare ogni dubbio sul mezzo, è prevista la ricostruzione cinematica, seguita dall’esame dell’auto. Anche in questo caso l’incarico sarà affidato a un consulente tecnico scelto dalla Procura, Salvatore Furfaro, che ha già svolto diversi accertamenti preliminari sull’auto.
Il consulente tecnico Furfaro già giovedì mattina scorso, era presente nella zona messa sotto sequestro dove, la sera del 2 gennaio 2024, era parcheggiata la Mercedes Glc 220. Sono stati analizzati e prese le prime misurazioni dei pochi metri di traiettoria verso il lago che ha compiuto la macchina, la panchina di granito colpita e spostata dal Suv e la ringhiera divelta.
Come riporta il Giorno, dai primi rilievi effettuati sono emersi alcuni dettagli: “non solo la panchina e la ringhiera in ferro danneggiate, ma anche i punti in cui l’auto, caduta in avanti, ha speronato una sorta di marciapiede di contenimento che si trova immediatamente sotto la recinzione, e le rocce, sulle quali sono rimasti i segni dell’auto quando ha strisciato prima di precipitare nelle acque del lago di Como inabissandosi per 15 metri di profondità”.
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Dopo che il Suv Mercedes è precipitato in acqua, la traiettoria è stata decisa dal peso del veicolo e dalle correnti. Secondo i primi accertamenti, l’auto sarebbe precipitata verticalmente per una quindicina di metri fino a toccare il fondale. Qui, forse, si è ribaltata in avanti.
Un’ipotesi avanzata dagli investigatori che rimane ancora in attesa di conferma, seppur suggerita dal tettuccio superiore in vetro della macchina trovato sfondato nonché dal lavoro svolto dai sommozzatori dei vigili del fuoco nel riportare il mezzo in superficie, agganciato in modalità che evidenziano lo stato in cui è stata ritrovata l’auto.
Dati, questi, tutti oggettivi al momento che vengono uniti nel corso delle rilevazioni per arrivare ad avere una visione completa che si vicini alla realtà di quanto tragicamente accaduto. Al momento, rimane solo da capire se il Suv possa aver avuto un problema meccanico, elettrico, o tecnico tale da farne perdere il controllo al guidatore al momento dell’accensione avvenuta alle 22.40 di quel sabato di morte.