La tragedia è avvenuta nel pomeriggio a Monza, presso la ditta Corioni durante le operazioni di trasporto e compattamento dei rifiuti, vittima un 22enne che muore stritolato dal nastro del compattatore
Ancora una tragica morte sul lavoro. Stavolta la vittima è un giovanissimo operaio di appena 22 anni, stritolato da un nastro trasportatore destinato al compattatore dei rifiuti.
Un ennesimo incidente, avvenuto oltretutto a nemmeno quattro mesi da un’altra tragica morte sul lavoro registrata sempre a Monza, che ripropone in maniera drammatica l’urgenza di riflettere sulle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e sulle misure necessarie per prevenire simili tragedie.
L’incidente è avvenuto presso gli impianti dell’azienda Corioni, una ditta specializzata da molti anni nel settore dello smaltimento rifiuti e delle bonifiche ambientali, nell’area industriale del capoluogo brianzolo, in via Comunale per Cinisello.
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Il giovane operaio, impiegato nella gestione di un nastro trasportatore per la compattazione dei rifiuti, è rimasto intrappolato nel macchinario. Una morte orrenda che ha visto il giovane trascinato via, stritolato dalla macchina. Quando i colleghi di lavoro sono intervenuti dando l’allarme non c’era purtroppo più niente da fare. Inutile anche l’intervento di vigili del fuoco e automedica. Il giovane era morto. La magistratura ha disposto l’autopsia e aperta una indagine su quanto accaduto.
Le forze dell’ordine e i tecnici dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) sono da qualche ora al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. È fondamentale capire come sia stato possibile che il giovanissimo operaio sia rimasto intrappolato in un macchinario che, per sua natura, dovrebbe essere dotato di tutte le misure di sicurezza necessarie per prevenire tali incidenti. Questo genere di macchine sono studiate in modo tale da bloccarsi immediatamente in caso di imprevisti come questi.
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Le indagini dovranno ora chiarire se ci siano state negligenze, errori umani e se tutte le procedure di sicurezza in questo genere di ambiente siano state rispettate.
Monza è una delle provincia particolarmente colpita sotto l’aspetto delle vittime di incidenti sul lavoro.
La morte di Mohamed Abdeltawwab Kamel Mabdrouk, un operaio edile di 42 anni di origine egiziana, ucciso in cantiere ad aprile, è ancora al centro di un’inchiesta. Mohamed è stato ucciso dal pesantissimo gancio di una gru che lo aveva colpito alla testa mentre laorava in un cantiere di via Giacosa, alla Cederna. Aveva una moglie e quattro figli che lo avevano appena raggiunto dall’Egitto e per i quali aveva ottenuto i permessi necessari per vivere qui.
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Dopo quattro giorni di coma è deceduto lasciando amici, famiglia e colleghi di lavoro sotto shock. In quell’occasione i sindacati avevano denunciato un clima di insicurezza crescente tra i cantieri edili. Complici i meccanismi di appalti e subappalti che spesso finiscono per ridimensionare in modo drammatico gli investimenti nel settore della sicurezza.
In realtà episodi come questi sono stati davvero molto frequenti e drammatici. Un operaio di 38 anni ha perso la vita a maggio, a Paderno Dugnano. L’uomo stava lavorando su una gru quando questa si è improvvisamente ribaltata, schiacciandolo sotto il peso del macchinario.
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Poche settimane dopo muratore di 50 anni è caduto da un’impalcatura in un cantiere edile, perdendo la vita sul colpo. Le indagini hanno rivelato che i sistemi di sicurezza erano inadeguati e che la vittima non indossava l’equipaggiamento protettivo necessario.
Al momento per una questione di tutela e di delicatezza, tutto è accaduto da pochissimo e i famigliari del giovane potrebbero anche non essere stati ancora informati dell’accaduto, l’identità dell’operaio è per il momento secretata. Il tutto in attesa di capire come e cosa sia accaduta una tragedia del genere.
La morte avvenuta nel capannone della Corioni a Monza ha particolarmente colpito la comunità brianzola. Soprattutto per la tragicità di quanto accaduto e per la giovane età del suo sfortunato protagonista.