La Polizia di Stato ha emesso due ordinanze di custodia cautelare per 14 persone. Le accuse sono di spaccio e detenzione stupefacenti.
Milano centro nevralgico dello spaccio al nord. Questo emerge dal recente rapporto delle Forze dell’Ordine, tesi corroborata anche grazie all’operazione di questa mattina conclusa dalla Direzione Antimafia con la collaborazione della Polizia di Stato di Milano. Emesse due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 14 persone. Nella fattispecie 6 cittadini italiani e 8 albanesi.
Le accuse sono dirette e circostanziate. Si tratta del reato associativo ex articolo 74, commi 1 e 2 del DPR 309/90. Nello specifico il gruppo di persone ha costituito, con la collaborazione di altri membri, due associazioni per la detenzione e spaccio di stupefacenti in alcune zone del territorio meneghino. Le autorità non solo hanno sgominato le “bande” in questione, ma sono riuscite anche a tracciare il metodo operativo. I criminali agivano in maniera puntuale e circostanziata.
Avevano, grazie a una strategia a reticolato, preso in gestione diverse zone del territorio meneghino. Attenzione ai quartieri San Siro, Lampugnano, Baranzate e Bollate. Tutto era dedito alla vendita e distribuzione di cocaina e hashish: un vero e proprio mercato che non conosce limiti. Le personalità, nello specifico, si erano specializzate in una vera e propria rete di vendita che aveva sollevato ingenti quantità economiche.
Un business che, in mattinata, si è spento – per quel che riguarda esclusivamente il destino dei 14 arrestati – grazie a un operazione congiunta. Il blitz della Polizia di Stato, con il bene placido della Direzione Antimafia, è avvenuto all’interno dell’operazione “Riqualifichiamo Selinunte” attiva già da qualche settimana. 21 le persone indagate.
Un vero e proprio piano di osservazione che ha tenuto sotto l’occhio vigile delle autorità diversi quartieri considerati fondamentali nelle operazioni di spaccio e compravendita. Gli stupefacenti, nello specifico, viaggiavano in maniera capillare grazie a un vero e proprio “apprendistato” che i capi facevano nei confronti di quelli che chiamavano “cavallini”.
Un vero e proprio scacchiere di persone che si muoveva a comando. Ordini precisi per completare un mosaico che al centro aveva la droga e la sua distribuzione. Trovati 700 grammi di cocaina e 4 chilogrammi di hashish a seguito di altri 10 arresti in flagranza di reato. I “galoppini” venivano, secondo le ricostruzioni, addirittura istruiti dai clienti su quali strade percorrere per concludere la consegna rapidamente e in sicurezza.
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Un circolo vizioso giunto al termine dopo settimane di indagini che vedranno comporre anche l’ultima parte del piano. Quella in cui i malviventi diranno gli altri canali del business: una “batteria” così strutturata deve avere sicuramente determinati fornitori per spostare ingenti quantità di droga. Le Forze dell’Ordine hanno già qualche sospetto, ma dev’essere confermato dalle ulteriori deposizioni degli interessati.