Comparsa un’altra bandiera della Palestina nel simbolo per eccellenza di Milano, il Duomo. Ecco chi è l’autore del gesto e quali le sue parole
Non è la prima bandiera della Palestina che si vede in giro per Milano in questi giorni: solo qualche giorno fa, infatti, un’altra era stata appesa in Galleria Vittorio Emanuele II da parte di Carlo Monguzzi. Nelle scorse ore, però, questo stendardo è andato a decorare la facciata di uno dei luoghi più iconici della città meneghina e di tutta la Lombardia, se non l’Italia: il Duomo di Milano.
Ad appenderla è stato un ex deputato dei Verdi che, interrogato sul suo gesto, ha espresso con fermezza le proprie posizioni in merito al conflitto Israelo-palestinese ed ha rivendicato il proprio gesto plateale a sostegno delle proprie posizioni. Ecco quindi di chi si tratta e cos’ha detto in merito.
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Le parole di Stefano Apuzzo
Ad appendere la bandiera della Palestina sulla facciata del Duomo di Milano è stato Stefano Apuzzo, ex deputato dei Verdi. “L’azione intende ribadire la richiesta dei popoli, delle piazze e delle università del mondo di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza e in West Bank, dello stop al genocidio ai danni del popolo palestinese e della richiesta al governo italiano di non inviare più armi a Tel Aviv (Oto Melara, Leonardo), impiegate per il massacro in corso e del riconoscimento dello Stato di Palestina (come già fatto da diversi Paesi europei)” ha fatto sapere in una nota diffusa.
Nessuna critica alla Chiesa
Candidato alle elezioni europee con l’Alleanza Verdi e Sinistra, sottolinea poi che con l’affissione della bandiera sul Duomo non vuole in alcun modo criticare la Chiesa, di cui riconosce lo spirito pacifista e che, tra l’altro, riconobbe lo stato di Palestina già nel 2013. Apuzzo, inoltre, ha chiesto allo Stato lo stesso “passo coraggioso” compiuto dal Vaticano anni fa, con il riconoscimento della Palestina.
Al momento si crede che il deputato, nell’affiggere la bandiera, non sia stato aiutato da nessuno. “Chiediamo l’immediato cessate il fuoco, l’accesso alla Striscia degli aiuti umanitari e la liberazione di tutti gli ostaggi civili” conclude poi, chiedendo ai rappresentanti del governo lo stesso coraggio dei giovani e degli universitari che hanno riempito le piazze e gli atenei.
