L’ex capo della curva Nord, Andrea Beretta, ai pm parla degli affari sui biglietti in trasferta e della dirigenza dell’Inter: “Marotta ha bloccato la denuncia”. La replica: “Escludo la vicenda”
Il 49enne, ex capo ultrà della Curva Nord, Andrea Beretta, arrestato lo scorso 4 settembre per l’omicidio di Antonio Bellocco, parla dal carcere nella sua nuova veste di collaboratore di giustizia e, davanti al procuratore aggiunto di Milano, Alessandra Dolci e ai pubblici ministeri Sara Ombra e Paolo Storari, racconta tutto.
Dal merchandising dei ticket per le partite in trasferta di Milan e Inter, alla questione dei parcheggi, alle infiltrazioni mafiose, sino ai baracchini del food. In tutto questo spunta anche il nome del presidente dell’Inter Marotta e le parole dell’ex capo ultrà: “Mi ha salvato una volta dalla denuncia”.
Un fiume di parole quelle dell’ex capo ultrà Andrea Beretta che dal carcere ai pm milanesi, come riporta stamani anche il Corriere, dichiara sul presidente Marotta: “Mi ha salvato una volta”. In quel caso l’ex capo della Curva Nord fatica a trovare i biglietti per Juve-Inter, così il 49enne apprende che ai milanisti a Torino era andata meglio perché nei due club i dirigenti addetti ai rapporti con la tifoseria si erano accordati per convogliare su una ricevitoria 2.000 biglietti poi acquistati dagli ultrà, e allora l’ex capo ultrà fa pressing per lo stesso schema con l’Inter.
Ma Massimiliano Silva, Slo dell’Inter, va su tutte le furie e, racconta ai pm Beretta: “Ricevo una chiamata e questo comincia a insultarmi…nasce una discussione al telefono, io resisto 10 secondi e poi rispondo: “mi hai rotto i co…, vieni qua che ti ammazzo di botte”. La chiamata degenera, lui mi chiude il telefono in faccia e va subito alla Digos a dirgli che io lo avevo minacciato al telefono, e la Digos gli risponde “ok, noi prendiamo la tua denuncia, però deve essere fatta in carta intestata dalla società”. Allora lui va in società, si mette a scrivere, passa Claudio Sala (responsabile della sicurezza dell’Inter, ndr) e gli dice “ma cosa stai facendo? Ma lo sa il Marotta? Avvisiamo prima che metti di mezzo la società”. E dopo è passato Marotta e a Silva gli dice: “Guardi, se lei vuole fare la denuncia la fa a nome suo, non con la società”. Questo, lo so, continua Beretta ai Pm, perché “Me l’ha detto Claudio Sala e quella volta Marotta mi ha salvato dalla denuncia”.
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L’A.d. dell’Inter Marotta, dopo gli eventi raccontati da Andrea Beretta replica al Corriere, asserendo che non solo non ricorda ma che esclude che sia avvenuto un episodio del genere, poiché in netto contrasto con la politica di proteggere i propri collaboratori e invitarli a denunciare alla Digos i tentativi di condizionamento.
Ai Pm Beretta parla anche del tema dei 160 abbonamenti che la sua associazione comprava dall’Inter con regolari documenti di altrettanti tifosi intestatari, ma che in un secondo momento gli stessi ultrà si facevano consegnare e a ogni partita vendevano anche con un cospicuo ricarico, a seconda della partita, a persone diverse, che il giorno prima del match si facevano mettere in una lista di richiedenti compilata dagli ultrà.
Questo apre la porta sul problema della sicurezza allo stadio se non si ha la certezza di chi effettivamente entra al suo interno. Il pm domanda: “l’Inter non controlla?”. E Beretta risponde: “Siamo sempre là, dottore, quando sei sul campo di battaglia… C’è un cancello adibito dove entrano quelli della curva. Li fanno passare, basta che hai pagato il biglietto”. E ancora il Pm: “La società sa che Paolo non va allo stadio ma con la sua tessera ci va Andrea?”. “Sì, la società sa che lo facciamo. Lo sa il dirigente addetto ai tifosi, lo sa Claudio Sala che faceva parte della curva, lo sanno”.