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Cronaca

Andrea Beretta, da ex capo ultras dell’Inter a pentito: ecco la sua verità ai magistrati

L’ex capo ultras della Curva Nord dell’Inter, Andrea Beretta, in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, ha deciso di collaborare con i magistrati. Cosa svelerà il 49enne

Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord dell’Inter, si è pentito. Il 49enne, in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, ha deciso di collaborare con la giustizia raccontando tutto quello che sa sulle dinamiche criminali che per anni si sono infiltrate nel secondo anello verde dello stadio San Siro di Milano.

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Beretta è stato trasferito dal carcere milanese San Vittore in un altro penitenziario del Centro Italia cambiando anche avvocato, dopo aver accettato di svelare i segreti ai pm della Direzione distrettuale antimafia (Dda) Sara Ombra e Paolo Storari.

Il pentimento di Andrea Beretta

Il pentimento del 49enne Beretta potrebbe aiutare gli inquirenti non solo nel caso delle infiltrazioni mafiose all’interno dello stadio milanese ma addirittura risolvere uno dei pochi omicidi rimasti ancora senza colpevoli, ovvero quello di Vittorio Boiocchi, ucciso la sera del 29 ottobre 2022 sotto casa.

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Boiocchi, zio di Andrea Beretta, tornato a capo degli ultras interisti dopo 25 anni trascorsi in carcere, è stato assassinato a colpi di pistola da due sicari al momento rimasti ignoti. Quello che, invece, è certo è chi ha preso il suo posto dopo la sua morte. E Beretta? Nei giorni dopo l’omicidio sparì, bruciò il cellulare nel microonde e si diresse a Pietrelcina, un viaggio misterioso durato solo una notte.

Al ritorno a Milano, aiutò l’ascesa di Antonio Bellocco rampollo della famiglia di ’ndrangheta di Rosarno condannato per associazione mafiosa, che in poche settimane si prese la Curva Nord, in associazione proprio con Beretta e con Marco Ferdico. Una collaborazione senza intoppi, almeno fino alla prima metà di quest’anno quando Bellocco ha iniziato a sospettare dell’amico Beretta. Il problema è che il 49enne avesse iniziato a fare la cresta sul merchandising. Da qui, secondo quanto ricostruito successivamente dalle indagini della Squadra mobile, è nato il piano di Bellocco per assassinare il rivale. L’inconveniente è che qualcuno abbia rivelato in anticipo a Beretta quel piano omicida mettendo l’uomo in guardia su una probabile imboscata.

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L’agguato

Così il 4 settembre scorso, davanti il parcheggio della palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio, Beretta affronta l’amico-rivale Bellocco. Spunta una pistola, a indirizzarla contro Bellocco è proprio Berra ma quest’ultimo viene disarmato da Bellocco.

Il 49enne però gli salta addosso e tira fuori un coltello dalla tasca. Lo colpisce alla gola e al torace. Antonio Bellocco muore poco dopo. Arrestato in flagranza di reato dai carabinieri, qualche settimana dopo lo stesso Andrea Beretta si è visto notificare nel carcere a Opera l’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Doppia Curva” che lo accusa di essere stato al vertice dell’associazione a delinquere nel secondo anello verde dello Stadio San Siro.

L’obiettivo era, secondo le indagini, quello di favorire la ’ndrina dei Bellocco. Ora il Beretta ha deciso di collaborare con i magistrati, dopo un decisivo confronto con gli stessi avvenuto a San Vittore. Farà luce su troppe ombre di cui lui stesso ne è stato per molto tempo protagonista principale.