Nell’organizzazione criminale erano coinvolti anche uomini delle forze dell’ordine, un magistrato e il manager di Fiera Milano. Sei gli indagati dalla procura di Milano accusati di aver rubato informazioni segrete e dati sensibili per poi rivenderli su commissione
Tra sei indagati, quattro ai domiciliari e due colpiti da misure interdittive, risultano anche un magistrato, un ex poliziotto e il manager di Fiera Milano, Enrico Pazzali. L’organizzazione delinquenziale costituita anche da hacker sottraeva dati sensibili e informazioni segrete su commissione per poi rivenderli.
Così i carabinieri del nucleo investigativo di Varese – con il coordinamento della procura di Milano, della Dda – direzione distrettuale antimafia e della direzione nazionale antimafia – hanno eseguito ieri pomeriggio, venerdì 25 ottobre 2024, un’ordinanza di applicazione di sei misure cautelari personali e di sequestro di società emessa dal giudice per le indagini preliminari Marcello Viola.
In una nota del procuratore di Milano, Marcello Viola, si legge che i sei indagati sono accusati di essere parte di “un’organizzazione dedita principalmente, per finalità di profitto economico e di altra natura, all’esfiltrazione di dati e di informazioni sensibili e segrete”.
I dati e le informazioni sensibili rubati sarebbero stati “conservati nelle banche dati strategiche nazionali”, tra queste anche lo Sdi (sistema di indagine) utilizzato dalle forze dell’ordine per verificare i precedenti, il sistema Serpico, acronimo di Servizi per i contribuenti dell’agenzie delle entrate, il software dell’Inps, il registro Anpr.
Non solo, anche una specie di anagrafe centrale del ministero dell’Interno, e il Siva, (sistema informativo valutario) che contiene informazioni su possibili operazioni finanziarie sospette (Sos).
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All’interno della banda ci sarebbero uomini appartenenti o ex appartenenti alle forze dell’ordine e alcuni hacker. Tra questi, agli arresti domiciliari anche un ex poliziotto, indagati anche il manager di Fiera Milano, Enrico Pazzali, e un magistrato. Tra i documenti rubati risultano esserci anche alcune informazioni sensibili di esponenti politici.
Secondo le prime informazioni apprese, come riporta anche MilanoToday, i componenti della banda criminale avrebbero agito su commissione di alcuni clienti vendendo loro i dati richiesti in cambio di somme di denaro cospicue. L’ipotesi di reato avanzata dagli inquirenti è quella di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico.
Ieri, venerdì 25 ottobre, oltre ai sei fermi sono state eseguite nella stessa giornata anche diverse perquisizioni sia in Italia che all’estero.