Una scoperta agghiacciante quella avvenuta nella periferia di Milano quando in una baracca di un campo rom sono stati trovati affamati e allo stato brado 5 bambini dai 12 mesi ai 6 anni. I genitori in carcere o scappati all’estero
Il più piccolo del gruppo ha solo un anno di vita, il più grande sei. In totale sono cinque i bambini che gli agenti della Polizia di Stato di Milano ha trovato in una baracca di un campo nomadi alla periferia della città.
Il gruppetto di minori viveva allo stato brado, senza corrente elettrica, senza bagno, sporchi, affamati e accaldati. Con loro una donna di 45 anni che alle domande degli agenti dove fossero i genitori dei piccoli, ha detto che erano spariti: chi in carcere chi scappati all’estero.
Ai poliziotti la 45enne che era con il gruppo di bambini ha spiegato che i genitori dei piccoli, prima di andare via, avevano affidato a lei la responsabilità dei loro figli. Questa è una storia difficile da raccontare, una di quelle che colpiscono al cuore come un pugno di ferro.
Una realtà che si fa fatica a digerire in un mondo civile come l’Italia ma che, difatti, esiste ed è concreta tra le vie di una città di lusso e opportunità di lavoro. E’ un’altra brutta storia d’infanzia difficile che sbuca in silenzio ai margini della vita di città che non è sempre lustrini e spritz.
Tutto inizia da una operazione del commissariato Quarto Oggiaro, coordinata dalla procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni. L’attività d’indagine si è conclusa, al momento, con i 5 bambini portati in una comunità protetta, finalmente al sicuro e soprattutto in condizioni sanitarie e igieniche adeguate.
Mercoledì mattina scorso, 21 agosto 2024, gli agenti del commissariato Quarto Oggiaro, nel corso di un controllo preventivo presso un campo nomadi sito in periferia di Milano, trovano il gruppetto di 5 bambini e la donna di 45 anni rinchiusi in una baracca. Nessuno di loro ha i documenti, la donna, un cittadina romena, dopo molte insistenze confessa di badare a loro, chiedendo l’elemosina per sfamare quei bimbi e lei stessa.
Nel gruppo i bambini sono piccoli, troppo per rendersi conto di quello che stanno vivendo. Il più piccolo ha appena un anno, il più grande solo 6. Denutriti, accaldati e sporchi, rimangono fermi davanti alle divise immacolate degli agenti.
Così i poliziotti si attivano immediatamente e chiamano il tribunale e con l’aiuto del Pronto Intervento Minori del Comune di Milano, riescono a trovare degli alloggi momentanei in alcune comunità dove portare subito i bambini.
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Ma una volta tornati al campo nomadi, gli agenti trovano la baracca completamente vuota. Parte subito una ricerca e nel giro di poco tempo ecco che i bambini sono individuati in un parco lì vicino. Sono tutti radunati sotto un albero per provare a difendersi dal sole e dal caldo.
Impauriti però non si sottraggono a quegli uomini in divisa che con gentilezza e garbo gli si avvicinano. In poco tempo tutti i bambini sono stati tutti portati al pronto soccorso dell’ospedale Sacco per una visita medica. Infine, il passaggio nella comunità dove ad attenderli, finalmente, una vita pulita, del cibo e la serenità di fare sogni al sicuro.