I fotografi sono pronti a dire basta in attesa di risposte: il problema resta in piazza Duomo, vietato scattare. Manifestazione il 2 aprile.
Fino all’ultimo flash. Stavolta il problema è serio e grande. Almeno quanto una piazza. A parlare sono i fotografi di professione con le associazioni di categoria sul piede di guerra, il braccio di ferro – già in atto sul piano dialettico – sarà difficile da fermare. Intanto bisogna provare, questo secondo Palazzo Marino, ad ascoltare una categoria di lavoratori che sembra disposta ad andare fino in fondo. Il problema è lo spazio di manovra.
I fotografi professionisti, secondo le nuove norme, non possono più stare in piazza Duomo: molti guadagnano con le foto ai turisti, altri con scatti artistici. Ultimamente però il portafogli sembra languire un po’ di più: il motivo è dovuto alla mancanza di lavoro per via delle nuove norme. Scattare in piazza Duomo è diventato più complicato, per questo (ed altro) i rappresentanti della categoria danno appuntamento a Palazzo Marino il prossimo 2 aprile.
Una cordata di sigle sindacali (e non solo) per dire basta e provare a ripristinare le cose, almeno attraverso un differente codice di condotta. Seguito – se possibile – da un accordo bilaterale. In grado di soddisfare non solo e unicamente una parte in causa. Il dibattito in merito, però, è appena cominciato: nella fattispecie i fotografi professionisti sarebbero stati “cacciati” da piazza Duomo a partire dai primi di marzo.
Cosa succede in realtà? I fotografi possono scattare in quei luoghi, ma devono affrontare – aspetto che fino a poche settimane fa non era presente – un iter burocratico diverso e più articolato. I professionisti del settore fotografico, infatti, possono operare in piazza Duomo e altri centri nevralgici del Comune.
È necessaria, però, una prenotazione attraverso il portale di riferimento “Open Stage”. Fin qui poco male, il vero scontro è di tipo organizzativo. Nella stessa dimensione ci sono gli artisti di strada, queste categorie non si equivalgono per status, composizione e organizzazione del lavoro. Sono, tuttavia, costrette a “convivere” non senza problemi.
Le richieste di esercizio sono moltissime. Poter operare – in qualsiasi forma – all’interno di piazza Duomo sarebbe diventato un problema: c’è posto soltanto a partire dal prossimo giugno. Divisione che per i fotografi non è solo iniqua, ma anche profondamente invalidante. Hanno bisogno di lavorare, senza incappare nella morsa della burocrazia.
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Questo proveranno a far capire alle autorità fra qualche giorno: il prossimo 2 aprile dovrebbe essere presente anche l‘Assessore alla Sicurezza Marco Granelli. L’uomo si è detto pronto ad ascoltare i professionisti per un confronto. Fra 48 ore il destino dei fotografi potrebbe cambiare, per un “ritratto” che potrebbe rappresentare il segno dei tempi. Selfie e rullini – per così dire – riusciranno a convivere? Dalla risposta passa il futuro di una categoria.