Luca Scatà, muore a soli 35 anni il poliziotto medaglia d’oro al valor civile

É scomparso a soli 35 anni Luca Scatà, il poliziotto premiato dal presidente Mattarella con la medaglia d’oro al valor civile, in un conflitto a fuoco uccise un terrorista accusato di strage

Luca Scatà, l’agente della polizia di Sesto San Giovanni noto per aver fermato il terrorista Anis Amri, è scomparso prematuramente giovedì 25 luglio 2024 a causa di una lunga malattia.

Luca Scatà
Luca Scatà in primo piano, premiato da Mattarella insieme a Christian Movio – Credits FB Luca Scatà (milano.cityrumors.it)

Un nome importante per le pagine di cronaca. Ma anche per i cittadini di Sesto San Giovanni che lo conoscevano bene e che lo stimavano. Scatà fu protagonista di uno degli episodi più drammatici degli ultimi anni avvenuti nel comune alle porte di Milano e per questo venne premiato con uno dei più alti e significativi riconoscimenti istituzionali previsti.

Luca Scatà, fuoco sul terrorista

Il nome di Luca Scatà è legato a uno degli episodi più significativi nell’ambito della lotta al terrorismo internazionale in Italia, avvenuto il 23 dicembre 2016, quando Scatà, che allora era soltanto un agente in prova, riuscì a fermare e uccidere Anis Amri, il terrorista responsabile dell’attacco al mercatino di Natale di Berlino, in cui persero la vita 12 persone, tra cui l’italiana Fabrizia Di Lorenzo.

L’attentato di Berlino

Era Il 19 dicembre 2016: Anis Amri, jihadista tunisino affiliato all’ISIS, dirottò un camion e lo scagliò contro la folla nel mercatino di Natale di Breitscheidplatz a Berlino. Un episodio gravissimo avvenuto nel pieno dell’intensificarsi del terrorismo jihadista.

L’attacco causò 12 morti e 56 feriti: il tutto in pieno clima natalizio. Nonostante un massiccio spiegamento di forze e un clamore mediatico senza precedenti, Amri riuscì a darsi alla fuga dando inizio a una vera e propria caccia all’uomo a livello internazionale.

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Il terrorista inizialmente fece perdere le sue tracce e dopo essere fuggito dalla Germania riuscì ad attraversare il confine francese e arrivando in Italia e a Milano. La notizia del possibile arrivo di Amri nel nostro paese, anticipata da alcune segnalazioni di intelligence creò un clima di forte tensione in città. Dove già da tempo si erano intensificate le notizie circa la presenza di alcune cellule jihadiste, pronte a creare nuovi episodi di terrorismo anche qui da noi.

L’Incontro Fatale a Sesto San Giovanni

Il 23 dicembre 2016, intorno alle 3 del mattino, Scatà e il suo collega, Christian Movio, fermarono Amri per un banale controllo di routine in piazza I Maggio a Sesto San Giovanni. Durante il controllo, Amri estrasse una pistola dallo zaino e iniziò a sparare, ferendo Movio a una spalla.

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La reazione di Scatà fu immediata: rispose al fuoco, colpendo mortalmente il terrorista con un colpo al petto. Un gesto di coraggio e prontezza che gli valse, insieme al collega, la medaglia d’oro al valor civile, conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 165esimo anniversario della Polizia di Stato.

Un banale controllo di routine

All’epoca Luca Scatà, originario di Canicattì, aveva 29 anni e lavorava da nemmeno nove mesi. Quella notte era in turno per una serie di controlli di territorio insieme a Christian Movio, che all’epoca 35 anni e uno stato di servizio un po’ più ampliato.

Il suo verbale, redatto subito dopo l’accaduto, ha raccontato di come i due agenti, a bordo di una volante – la Alpha 6 – si siano visti costretti a fare fuoco.

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Stando a quanto ricostruito dal dirigente del Commissariato di Polizia di Sesto, Roberto Guida, Movio e Scatà avevano visto alcuni movimenti poco chiari vicino a una macchina in sosta nel piazzale davanti alla fermata della stazione di Sesto 1 Maggio. E avevano deciso per un controllo più approfondito: Il sospetto – è scritto nel rapporto – parlava un buon italiano ma con un forte accento straniero”. I due agenti gli chiedono di svuotare lo zainetto.

Berlino strage Breitscheidplatz
Fiori a Berlino sul luogo della strage di Breitscheidplatz – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Spari nella notte

Il sospetto inizialmente collabora: poi tira fuori una pistola, nascosta probabilmente nella tasca interna della sua giacca. E fa fuoco. Un primo colpo raggiunge la spalla destra l’agente scelto Movio che riesce a sua volta a rispondere al fuoco benché ferito.

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Amri tenta di nascondersi dietro a un’automobile per fare fuoco di nuovo: e Scatà lo raggiunge con due colpi uno dei quali mortale, al torace.

Le indagini riveleranno la vera identità dell’attentatore, svelato da auna comparazione delle impronte digitali, solo qualche ora più tardi.

Un pericoloso bandito

L’allora questore Antonio De Iesu, poi vice capo vicario della Polizia di Stato, quindi prefetto e oggi assessore alla sicurezza del comune di Napoli all’epoca disse… “fu una operazione frutto della semplice intuizione di due agenti e che testimonia l’importanza delle attività di controllo sul territorio. Va detto che tuttavia gli agenti non avessero intuito che il sospettato fosse un pericoloso bandito, ricercato in tutta Europa. Altrimenti forse sarebbero stati più cauti”.

Amri aveva con sé solo uno zainetto e pochissimi effetti personali: un piccolo coltellino e qualche centinaio di euro, nessun telefono, nessun documento. Le immagini lo rintracceranno più tardi in transito alla Stazione Centrale di Milano, da solo e frettolosamente diretto verso la metropolitana.

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