Milano, arrestato boss della droga: quintali di coca e criptovalute

Si chiama Natalino Grasso e per anni è stato uno dei più narcotrafficanti attivi in provincia di Milano, spostava grandi quantitativi di droga

 La lotta al narcotraffico internazionale ha registrato un’importante vittoria con l’arresto di Natalino Grasso, un novarese di 57 anni ben noto alle forze dell’ordine per la sua intensissima attività di traffico e di smercio di droga. Cocaina in particolare. Che Grasso acquistava, spostava e stoccava grazie a una fittissima rete di rapporti personali.

Milano Droga
Maxisequestri di droga e un clamoroso arresto a Milano – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Grasso viveva in un piccolo bilocale in affitto a Cernusco sul Naviglio e di qui, quasi senza muoversi, orchestrava complessi traffici di cocaina dal Sud America all’Europa.

Milano, Natalino Grasso, il boss della droga

Natalino Grasso, era molto conosciuto per la sua abilità nel gestire operazioni su vastissima scala utilizzando velieri, yacht, piccoli cargo da trasporto e piccoli aerei.

La droga si spostava in grandi quantitativi dal Sudamerica, in particolare da Colombia e Venezuela, verso la Spagna. Ma a mettere la parola fine sui suoi traffici è l’arresto che chiude una lunga indagine condotta dall’antidroga della Guardia di Finanza e dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano.

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Natalino Grasso non è al primo arresto: il trafficante era già stato fermato in diverse occasioni fin dai primi anni 2000. Cosa che non gli aveva mai impedito di riorganizzare i suoi traffici una volta rimesso in libertà.

Milano, droga e criptovalute

Uno dei vezzi di Natalino Grasso era quello di farsi pagare in criptovalute, uno strumento nel quale credeva ciecamente e che con il passare degli anni lo aveva visto particolarmente disinvolto nell’accumulare un portafoglio davvero considerevole. Non solo Bitcoin ma anche Ethereum e numerose altre valute virtuali che per lui diventavano non solo un rifugio dalle indagini ma anche un investimento finanziario di ampia portata.

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Sotto questo aspetto le intercettazioni hanno messo in luce una vera e propria attività parallela da parte di Grasso, sposato con una donna venezuelana di 27 anni che gli aveva dato una figlia. Un uomo particolarmente attento all’aspetto finanziario che era in grado di occultare grandi capitali in Svizzera ein Liechtenstein ma anche di investire quanto più possibile in portafogli criptati. Sotto questo aspetto un caso più unico che raro.

Milano, il Boss della droga appassionato di vela

L’arresto di Natalino Grasso segue le tracce di sequestri importanti di droga indirizzata in gran parte in Italia ma anche in Spagna, tra le spiagge del divertimento e dei locali notturni. Un primo sequestro di 400 chili di cocaina rinvenuti all’interno di un veliero, il Ventura, partito dal Venezuela. Poi altri 600 chili di cocaina a bordo dello yacht Lazy Bones.

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Infine addirittura una tonnellata di coca sequestrata poco meno di un mese fa in Martinica. Un’operazione questa particolarmente spettacolare che era finita sulle cronache internazionali per via dell’intervento degli incursori francesi che avevano letteralmente abbordato il veliero salendo a bordo armi in pugno.

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Una lunga carriera

Grasso è già comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Roberto Crepaldi, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dovrà chiarire non solo del traffico di droga ma anche della enorme quantità di denaro, liquido e virtuale, rinvenuto a margine delle indagini soprattutto grazie alle numerose intercettazioni ambientali effettuate all’interno della sua abitazione di Cernusco sul Naviglio e sulla sua automobile.

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Si tratta del quinto arresto per lui, dopo una prima condanna per possesso di 30 chili di hashish.

Nonostante la portata internazionale delle sue operazioni, Grasso gestiva tutto sottotraccia con un atteggiamento estremamente umile e dimesso senza mai dare nell’occhio. Le sue indicazioni partivano tra telefono, mail e chat da un modesto appartamento da 900 euro al mese a Cernusco sul Naviglio. Da qui coordinava le spedizioni, monitorava gli equipaggi e curava la logistica delle operazioni intercontinentali, dimostrando una capacità organizzativa e una discrezione davvero fuori dal comune.

Trafficante e ragioniere

Nell’arresto di Natalino Grasso un altro elemento di grande rilevanza è il sequestro di un portafoglio di criptovalute davvero straordinario, per un valore complessivo di almeno 400mila euro. Un sequestro reso possibile dopo che gli inquirenti sono riusciti a intercettare a uno a uno i codici di accesso dei suoi numerosi portafogli virtuali che si aprivano solo con una complicatissima serie di cifre e numeri.

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Quanto alle intercettazioni c’è un po’ di tutto. Anche qualche elemento bizzarro e di curiosità.

Nel fittissimo dialogo che grasso intratteneva soprattutto in famiglia, il boss spiegava con tono paterno sia alla giovane moglie che alla figlia l’importanza dei suoi risparmi in criptovalute, perché un giorno avrebbero potuto consentire a tutta la famiglia di non lavorare mai più, vivendo di rendita.

Niente sprechi

In compenso Grasso si arrabbiava molto spesso con i suoi collaboratori protagonisti di una vita troppo disinvolta e di sperpero.

Tra le discussioni più accese quella con uno dei suoi skipper, un francese, che aveva buttato via una piccola fortuna giocando d’azzardo.

Un po’ trafficante è un po’ ragioniere Grasso diversificava i suoi investimenti con numerosi conti in banca. E quando poteva portava i soldi sulla sua barca a vela, il Cristina, ormeggiata in Venezuela.

Arresto in anticipo

Ad accelerare i tempi dell’arresto di Grasso sono stati proprio gli ultimi sequestri. Gli inquirenti Virgo che avevano avviato la loro istruttoria da tempo e ormai avevano tutto il materiale necessario per procedere al fermo, hanno deciso di agire consapevoli che in un qualsiasi momento il trafficante avrebbe anche potuto partire, avendo accumulato sufficiente denaro per cambiare completamente vita, con ogni probabilità lontano dall’Italia.

L’arresto di Natalino Grasso rappresenta una vittoria significativa nella lotta contro il narcotraffico internazionale. Le operazioni complesse gestite dal suo appartamento a Cernusco sul Naviglio, l’utilizzo di velieri per il trasporto di cocaina e il sequestro di un portafoglio di criptovalute del valore di 400mila euro mostrano la sofisticazione delle attività criminali odierne.

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